04 gennaio 2024

Comunicazione Aumentativa Alternativa

La Comunicazione Aumentativa Alternativa CAA indica quell'insieme di tecniche e strumenti tecnologici che facilitano la comunicazione negli individui che presentano difficoltà nell'utilizzo del canale comunicativo convenzionale, il linguaggio verbale e/o scritto. L'aggettivo "aumentativa" indica che la modalità di comunicazione utilizzata ha l'obiettivo di accrescere la comunicazione naturale e non a sostituirla o inibirla. Il termine "Alternativa" invece, sta ad indicare che la essa utilizza una modalità comunicativa appunto alternativa rispetto al linguaggio naturale. 


Si può dire che la CAA sostiene la comprensione, il pensiero e la relazione tra chi comunica il messaggio e chi lo riceve. Ragion per cui, l'obiettivo di ogni intervento deve essere l'espansione delle capacità di comunicazione.

La Comunicazione Aumentativa Alternativa rappresenta una branca della Psicologia Clinica che si pone l'obiettivo di compensare la disabilità temporanea o permanente di tutti quegli individui che hanno un disturbo del linguaggio sia espressivo che ricettivo, attraverso il potenziamento delle abilità residue, la valorizzazione delle modalità comunicative naturali e l'uso di modalità alternative speciali. 

Per ciò che concerne l'importanza delle strategie di Comunicazione Aumentativa Alternativa esse sono indispensabili ad esempio per la ricerca di modalità comunicative funzionali per l'espressione del Si e del No o per il consolidamento di gesti personali simbolici che non possono essere compresi da nessuno tranne che dai Caregiver (coloro che si prendono cura). A questo punto, è evidente come l'identificazione di un sistema comunicativo preesistente sia utile per costruire nuove competenze comunicative a partire da abilità residue. Inoltre, in fase di valutazione pre-intervento possono essere effettuate delle prove attraverso l'uso di differenti ausili per la comunicazione appartenenti alla categoria delle Tecnologie Assistive che hanno lo scopo di migliorare la possibilità di comunicazione in coloro che non possono più farlo tramite il linguaggio naturale. Per riuscirci, la priorità è la valutazione dei bisogni e degli ambienti di vita. 

Un esempio di ausilio è noto come VOCA (Vocal Output Communication Aids) dotato di un'uscita in voce e di semplice utilizzo. Questo ausilio supporta la comunicazione e favorisce le interazioni sociali, rendendole altamente motivanti, frequenti e prolungate. Può essere utilizzato da individui che hanno capacità motorie, cognitive e linguistiche limitate.

La Comunicazione Aumentativa Alternativa non si costituisce dall'esercizio. La base di questo approccio è da ricercarsi nell'offerta di reali esperienze comunicative a coloro che non possono utilizzare il linguaggio naturale per comunicare. Una strategia utile a ciò, può essere la proposta di fare scelte di stimoli differenti in situazioni di vita reale. La scelta fornisce l'opportunità di interagire con l'ambiente e di formarsi un'identità. Per questo motivo, il fondamentale ruolo delle opportunità viene riconosciuto nel normale sviluppo della comunicazione naturale. 

Dr. Pierluigi Ricci - Psicologo     


15 dicembre 2023

Natale - Christmas Blues o Felicità?

Il periodo delle festività natalizie viene generalmente immaginato come uno dei più felici dell'anno. Ci sono le luci, le decorazioni, la pausa lavorativa e scolastica, le cene con gli amici e la famiglia, i regali, l'albero e tante altre cose. 


Alcune volte però, ciò che si vive è molto diverso. Lo stress della ricerca dei regali con la domanda se è solo un qualcosa di tradizionale e a volte senza significato oppure se rappresenta l'affetto per le persone care. Lo stress dell'aumento del carico lavorativo di questo periodo. I pranzi e le cene con amici e parenti visti solo alle feste comandate con il dubbio sull'autenticità di quelle relazioni. Il disagio di essere circondati da persone felici e piene di gioia con la possibilità di ingigantire i sentimenti di profonda solitudine. 

Tutto ciò conduce spesso a frustrazione, malinconia, angoscia e tristezza. Questo è in chiaro contrasto con un periodo di festa che, viene solitamente dipinto come intriso di magia e amore proveniente dai nostri cari ma che, al contrario viene vissuto come un periodo esclusivamente stressante. Questi sentimenti possono amplificarsi portando anche ad uno stato depressivo legato al periodo natalizio, noto come Christmas Blues. 

Ora la domanda sorge spontanea. Perché festeggiare annualmente una festa che in alcuni genera soltanto angoscia e tristezza creando momenti negativi in chi non si ritrova nello stereotipo di famiglia felice? 

Il periodo natalizio rappresenta per la comunità un insieme di gesti o rituali comportamentali carichi di un significato che va oltre il semplice significato economico, religioso o spirituale.

Ecco i più importanti. 

- Celebrare il cambiamento e la trasformazione inserendolo nella trama della propria storia di vita.

- Identità e senso di appartenenza. I rituali rafforzano il senso di appartenenza familiare e sociale, il sentirsi parte di un tutto, forti ed uniti e definiscono un'identità attraverso legami e relazioni durature. 

- Senso di continuità: i rituali sono da sempre presenti nelle nostre vite infondendo un profondo senso di sicurezza salvaguardandoci dalla caoticità del tempo. 

Il significato più profondo del periodo natalizio rappresenta una possibilità di guardare alle relazioni importanti e genuine, sentirsi parte integrante di un tutto e ricordarsi che non siamo mai soli nell'affrontare la vita. In definitiva, questo vissuto genera un senso di gratitudine e benessere psicologico in quanto risponde al bisogno cardine della vita, ovvero il bisogno di appartenenza, fondamentale come la fame. 

Dr. Pierluigi Ricci - Psicologo


04 novembre 2023

Relazioni che fanno soffrire: come sopravvivere?

Ognuno di noi ha sentito parlare almeno una volta nella vita di amore malato o relazioni tossiche che generano sofferenza. Queste riguardano i legami interpersonali che hanno connotazioni disfunzionali. Per legame disfunzionale si intende un qualcosa di inadeguato al contesto in cui si verifica, che è controproducente per sé e per il perseguimento di uno scopo universale, ovvero il mantenimento del proprio benessere psico-fisico.

Non è raro che coloro che si trovano incatenati in una relazione tossica e disfunzionale sperimentino sentimenti altamente ambivalenti. Da un lato nutrono un forte attaccamento nei confronti del partner, ma dall'altro lo disprezzano per il modo in cui si comporta e per come li fa sentire.

Neuropsicobenessereblog, relazioni-disfunzionali


In generale, ogni tipo di relazione, che sia amicizia, rapporto genitori-figli o amore, ha un fattore comune. Ovvero il cambiamento. Tutti i legami funzionali si trasformano nel corso del tempo, mutano in base alla crescita e all'evoluzione di prospettive diverse degli attori della relazione. Al contrario, le relazioni disfunzionali, quelle che fanno male, seguono degli schemi fissi che si susseguono in maniera ciclica tanto da entrare in circoli viziosi che alimentano la sofferenza. 

Le fasi della relazione disfunzionale sono le seguenti: 

- accumulo reattivo di tensione; 

- episodi esplosivi per scaricare la tensione; 

- riconciliazione; 

- calma apparente; 

- nuovo accumulo reattivo di tensione; 

- nuovi episodi per scaricare la tensione sull'altro; 

- nuova riconciliazione; 

- calma apparente. 

Questa fase ciclica disfunzionale più durare anche per diversi anni.

Cosa fare?  

Quando una relazione non funziona più e ci rende infelici vuol dire che è arrivato il momento di dire basta e di mettere un punto definitivo alla sofferenza. 

Da un recente studio è emerso che le persone estremamente ferite dalla sofferenza di una relazione tossica possono scaturire delle condizioni psichiche disfunzionali come la bassa autostima, il rifiuto, la perdita, sentimenti di rabbia, fallimento e abbandono. 

Ma come nascono le relazioni disfunzionali? 

Il motivo fondamentale che spinge al ricercare una "soluzione" usata per uscire da periodi di solitudine e vulnerabilità è la mancanza d amore per sé stessi. Questa "soluzione" si basa sulla ricerca della sicurezza, della comprensione, della stima e dell'amore nella relazione con l'altro da sé. Spesso, anche senza rendercene conto, affidiamo la nostra felicità nelle mani dell'altra persona creando così legami disfunzionali, ricercando all'esterno tutto ciò che in realtà potremmo trovare dentro di noi.

Uscire da una relazione tossica senza generare dolore, in entrambe le parti coinvolte, è praticamente impossibile. Tuttavia, esistono delle strategie per evitare che l'incendio si propaghi e spegnere le fiamme della sofferenza. 

Un passo fondamentale per sopravvivere alla rottura è accettare i motivi per cui questa è avvenuta. Di fondamentale importanza è l'ammissione e il riconoscimento che comunque, nonostante le circostanze, si sono passati piacevoli momenti insieme che meritano di essere ricordati evitando il fenomeno oggi denominato ghosting. Tale fenomeno si riferisce proprio al darsi alla fuga, sparire come un fantasma, senza farsi più né vedere né sentire nel tentativo di non dover sperimentare il dolore della separazione. 

Terminare la relazione disfunzionale nel momento in cui si sà che non può più andare avanti è necessario per entrambe le parti. Rimandare l'inevitabile, cercando scuse e compromessi non farà altro che peggiorare ulteriormente la situazione alimentando la sofferenza.


Dott. Pierluigi Ricci - Psicologo


23 settembre 2023

"Gli uomini sono dei in Crisalide"

 "Gli uomini sono dei in Crisalibe" cit. Dale Carnegie

(Invito a riflettere su questa bellissima affermazione, secondo me molto emblematica)

Con questa frase l'autore esplicita il potenziale dell'immaginazione creativa e dell'atteggiamento mentale utile ad accrescere il benessere psicologico delle persone. Oltre a ciò è sicuramente un punto nodale per riflettere. 

Ma definiamo prima cosa si intende per immaginazione creativa. Essa consiste nella generazione di idee, è una rappresentazione consapevole di ciò che non è immediatamente presente ai nostri sensi. Molti autori nel passato si sono soffermati sullo studio di questa abilità e ciò ha consentito di evidenziare come essa sia la leva che aziona il motore della vita e ci porta avanti come specie. 

A questo punto, a voi la riflessione!

Neuropsicobenessereblog,Immaginazione,creativa

Dopo tutto come sosteneva anche Einstein "L'immaginazione è più importante della conoscenza. La conoscenza è limitata, l'immaginazione racchiude il mondo". Per questa ragione, allenarsi e svilupparla apre la mente a molteplici percorsi di risoluzione dei problemi e ci consente di sviluppare il potenziale interiore. 

Ora voglio proporvi un esercizio che mi è capitato di sperimentare, sia su me stesso che sugli altri e che ho trovato molto utile per il potenziamento della potenza mentale ed interiore. Gli effetti dell'immaginazione creativa costituiscono uno strumento che guida verso il successo nelle aree di vita principali nonché nelle attività introspettive. 

Esercizio di immaginazione creativa - La Crisalide

Immagina un bruco.

Puoi osservarlo mentre striscia sull'albero sul quale vive.

Attaccandosi a un ramo dell'albero, il bruco comincia a formare un bozzolo. 

Gradualmente si avviluppa di fili d'oro fino a che non è completamente nascosto. 

Osserva il bozzolo. 

Ora immagina di trovarti al suo interno. 

Sei circondato dalla sofficità della seta...riposi nel calore dell'oscurità. 

Sei solo vagamente cosciente, cosicchè non ti rendi conto chiaramente di ciò che sta capitando, ma in questa quiete apparente senti che è all'opera un'intelligenza misteriosa. 

Finalmente il bozzolo si apre e attraverso uno spiraglio penetra un raggio di luce. 

Non appena te ne senti toccato provi un improvviso aumento di vitalità e ti rendi conto che puoi disfarti del bozzolo. 

Scopri che col bozzolo puoi disfarti anche dei tuoi sostegni e delle tue difese interiori. 

Ora sei più libero di quanto mai tu abbia desiderato di essere. 

Immagina ora di essere una farfalla variopinta. 

Ben presto ti rendi conto che i tuoi confini si sono immensamente allargati e che ora puoi volare. 

Ti trovi in una dimensione completamente nuova di colori, suoni, di spazio aperto. 

Hai il mondo davanti. 

Mentre voli ti senti sostenuto dall'aria e immagini di planare piacevolmente e poi di volare nuovamente verso l'alto. 

Sotto di te puoi vedere un immenso prato pieno di fiori di ogni varietà e colore. 

Ti posi su un fiore, poi su un altro, poi su un altro ancora. 

Percepisci ogni fiore come un essere diverso, con il suo colore e il suo profumo e la sua atmosfera caratteristica. 

Prendi un pò di tempo per percepire i vari aspetti della tua libertà e leggerezza. 

Dott. Pierluigi Ricci - Psicologo


04 settembre 2023

L'energia della mente è l'essenza della vita

Nella vita di ognuno di noi spesso ci sono momenti in cui ci sentiamo completamente scarichi, come se la potenza emotiva che alimenta la psiche fosse ormai esaurita. Tutto questo può essere il risultato di periodi di stress intensi, problematiche serie o aderenza alla routine eccessiva ci appiattisce emotivamente. Proprio in questi periodi si annidano la spossatezza, l'esaurimento, la disperazione, la noia e astenia. Ma se facciamo attenzione alla nostra mente e ai segnali che ci manda possiamo evitare di raggiungere il punto di rottura. 


Esistono differenti tipi di energia che alimentano la potenza emotiva e che è necessario mantenere a livelli adeguatamente alti per garantire l'equilibrio psicofisico. 

Primo tipo di energia emotiva: la potenza emotiva è vita ed è la vita della nostra psiche. Quando ci sentiamo felici, sentiamo anche di poter conquistare il mondo e affrontare i problemi a muso duro. Al contrario, quando siamo tristi ci sentiamo paralizzati e avvertiamo qualsiasi cosa come un ostacolo. Una frase che amo molto e che esprime la potenza emotiva è la seguente: 

"Trova un posto dentro di te dove ci sia gioia e questa gioia brucerà il dolore" (J. Campbell).

Coltivando emozioni positive attraverso la pianificazione di attività gratificanti, che ci fanno sentire bene e realizzati possiamo dare carica positiva alla potenza emotiva e ripristinare l'equilibrio. Il combattimento contro le emozioni negative o spiacevoli non serve a nulla se non ha perdere energie positive preziose. Invece, imparare ad accettare le emozioni negative e lasciarle andare sarà utile a dargli un senso. Molti studi, infatti dimostrano che conoscere le emozioni ne mitigherà l'impatto negativo sulle nostre vite. 

Secondo tipo di energia emotiva: come affermò B. Franklin "L'energia della mente è l'essenza della vita". La vita mentale e quindi i nostri pensieri non sono gratuiti, ma essi consumano preziose energie. Studi presenti in letteratura scientifica dimostrano che la preoccupazione consuma energia tanto quanto lo svolgimento di due compiti contemporaneamente. Nonostante questo dato così estremamente importante, di rado notiamo come i pensieri, le preoccupazioni, le emozioni negative e le idee catastrofiche sottraggono così tanta energia. Quindi, è estremamente vitale concentrare le proprie risorse ed energie mentali su un solo compito alla volta e alternare periodi di lavoro e periodi di riposo evitando di raggiungere il punto di rottura e quindi la paralisi mentale. 

Terzo tipo di energia emotiva: l'energia spirituale (il senso della vita, l'allineamento di ciò che sei con ciò che fai) ci dà una fortissima spinta all'azione, attiva il desiderio, alimenta la speranza e l'entusiasmo di andare avanti e perseguire i propri sogni. Il senso della vita e dei propri valori alimentano la potenza emotiva. 

Una frase per farvi riflettere! "La tragedia dell'uomo moderno non è che egli sa sempre meno sul senso della propria vita, ma piuttosto che se ne preoccupa sempre di meno" (Havel). 

Trovare la propria strada non sempre è facile e richiede l'impiego di molte energie, soprattutto quelle emotive. Fondamentale è trovare la propria essenza ed esprimila. 

Quindi, trova chi sei e dagli spazio! 

Dr. Pierluigi Ricci - Psicologo

25 agosto 2023

Ansia - Cosa è + 2 cose da NON fare

Il termine ansia deriva dalla parola latina angere che vuol dire stringere, stritolare. Indica uno stato psicofisico che tende a far credere di essere in pericolo imminente e spesso è molto fastidioso e sgradevole, tanto che oggi è diventato molto comune nelle nostre vite e in particolari situazioni del quotidiano. 

Neuropsicobenessereblog-ansia


Bisogna sottolineare però, che l'ansia non sempre determina uno stato negativo o di disturbo. A tal proposito è indispensabile sottolineare due tipologie di ansia: l'ansia normale o fisiologica che è transitoria e non interferisce con le aree della vita più importanti della persona e l'ansia anormale o patologica caratterizzata da tensione psicofisica, inquietudine, preoccupazione, irritabilità e può condurre anche a stati di paura incontrollata da cui può scaturire un attacco di panico. 

Quali sono le cause dell'ansia? 

Molti studi concordano sul fatto che differenti fattori entrino in gioco nella determinazione di uno stato ansioso patologico. Tra essi troviamo i fattori ereditari (50% dei casi), fattori biologici (alterazione della funzione o del numero di differenti neurotrasmettitori come ad esempio la noradrenalina, la serotonina o il GABA), fattori psicologici e fattori che sono il risultato di dinamiche inconsce. 

Quali sono i sintomi dell'ansia?

-Tensione psicofisica;

-Ipervigilanza; 

-Inquietudine; 

-Tachicardia; 

-Paura di perdere il controllo; 

-Sensazione di pericolo imminente; 

-Irritabilità; 

-Gastriti; 

-Insonnia;

-Incubi; 

-Debolezza fisica; 

-Difficoltà di concentrazione e di memoria; 

-Depersonalizzazione e derealizzazione; 

-Difficoltà respiratorie e dolore al petto; 

-Vertigini e senso di svenimento; 

-Dispnea (fame d'aria).

Esiste un modo per tenere a bada un attacco d'ansia?

La risposta è si!!! La maggior parte delle persone che soffrono d'ansia tenta spesso di estirpare i sintomi dell'ansia commettendo errori che non fanno altro che peggiorarli. In questo modo l'ansia diventa più opprimente ad ogni futuro attacco. Fondamentale è l'intervento precoce che impedisce che l'ansia si trasformi in angoscia e la situazione precipiti velocemente. 

Due cose da non fare durante un attacco di ansia patologica.

1-Pensare di essere codardi e inefficaci nella gestione dell'ansia e credere che il tempo aggiusterà le cose: più passa il tempo più le cose peggioreranno, nulla migliorerà semplicemente non facendo nulla, restando inerti di fronte ai problemi; è estremamente difficile uscire da soli dalla trappola dell'ansia! Se avete un minimo di speranza rivolgetevi ad uno Psicologo per ripristinare il vostro benessere psicofisico, le vostre relazioni, il vostro lavoro, la vostra salute. 

2-Scappare: Quando ci si trova in una situazione di paura estrema l'unica cosa che viene da fare è appunto scappare. Ma questo non servirà a nulla se non a massimizzare i sintomi dell'ansia. Si tende a pensare che l'unica soluzione per uscire vincitori dal problema sia rifuggirlo per mettersi al sicuro. Ma così non è! Scappando non si fa altro che mantenere il circolo vizioso e rafforzare l'ansia, uscendone sempre da perdenti e rimanendo intrappolati in una perenne sofferenza. 

Dr. Pierluigi Ricci - Psicologo 

31 luglio 2023

MUSICOTERAPIA PER RISTABILIRE L'EQUILIBRIO

La Musicoterapia è una branca della Psicologia Clinica che attraverso l'uso di differenti forme di espressione creativa può aiutare a migliorare il benessere psicofisico degli individui. L'obiettivo della musica come terapia per ristabilire l'equilibrio consiste nel fornire all'individuo un metodo alternativo di comunicare le proprie emozioni e sentimenti, soprattutto nel momento in cui questi sono difficili da comunicare verbalmente. 

I benefici della musica sulla psiche sono noti da molto tempo e inoltre sono sostenuti da numerosi studi presenti nelle letteratura scientifica. La musica può aiutare ad alleviare lo stress, l'ansia e la depressione, così come si è rivelata utile nella cura dei disturbi del sonno. In ambito sportivo, e non solo, la musica si è dimostrata un'ottima alleata nella recupero e miglioramento della forza muscolare e nella coordinazione motoria. Inoltre, la terapia con la musica può essere utile anche al cospetto di disturbi come amnesia, afasia o demenze di differenti tipologia al fine di consentire una comunicazione degli stati d'animo, dei sentimenti e delle emozioni attraverso il canale linguistico non verbale. 

Come sostiene l'Associazione Italiana di Musicoterapia (AIM) la musicoterapia è "una disciplina che si avvale del suono, della musica e della relazione per sviluppare potenzialità e risorse personali, promuovendo un equilibrio globale dell'individuo". 

Differenti studi nel campo delle Neuroscienze hanno dimostrato gli effetti benefici e della musica nel recupero e nel miglioramento di diverse funzioni neuro-cognitive, nonché nella capacità di gestione degli stati umorali ed emotivi. Le funzioni cognitive sulle quali è possibile ottenere ottimi risultati avvalendosi della musica come terapia sono: la memoria, l'apprendimento, l'attenzione, la concentrazione e la coordinazione e l'immaginazione. 

Avvalendosi della musica come strumento di intervento è possibile accedere ad una sfera psichica interiore e più profonda esplorando meglio il proprio mondo interiore, il modo di pensare, di rapportarsi e di sentire il mondo circostante. Proprio questo è il punto di forza, a mio parere, più forte dell'arte e in questo caso della musica. 

Gli approcci fondamentali della Musicoterapia sono due: l'approccio terapeutico produttivo e quello espressivo-ricettivo. 

Il primo, pone il soggetto in prima persona nell'azione e consente di migliorare la comunicazione, sia interna che esterna, e mira al riconoscimento e all'espressione delle proprie emozioni trovando una modalità alternativa per esprimerle. Il secondo approccio, prevede un ruolo meno attivo della persona in cui quest'ultima viene messa all'ascolto di determinate frequenze di suono e specifiche tipologie di musica selezionate dallo specialista. 

Esistono varie forme di intervento; le più note e scientificamente validate sono: 

- ascolto della musica (specifiche frequenze e determinati toni); 

- uso di strumenti musicali; 

- improvvisazione; 

- uso di strumenti musicali. 

La Musicoterapia quindi si propone di promuovere la comunicazione, stimolare il riconoscimento e l'espressione emotiva, ridurre ansia, stress e depressione e aumentare il benessere psicofisico. 

Dott. Pierluigi Ricci - Psicologo 


Alzheimer: killer silenzioso del millennio

Oggi sono molte le patologie neurologiche che influenzano lo stile di vita e ciò che fa la differenza rimane la prevenzione. L'Alzheimer...