Con questo termine che deriva dal latino persona, cioè “maschera”, si indica non tanto l'individuo in quanto portatore di una maschera, quanto l'individuo con tutte le sue
più profonde caratteristiche e sfaccettature. Quindi in sostanza facciamo riferimento all’organizzazione interna
all’individuo dei sistemi psicologici alla base del suo particolare
adattamento all’ambiente ed è determinata da diversi fattori:
sentimenti, comportamenti, stile di adattamento alla realtà , fattori temperamentali,
di sviluppo, dell’educazione e socioculturali.
In letteratura sono presenti molte teorie della
personalità e le più importanti sono quelle dei tratti. Con il termine tratti ci si riferisce al modo di pensare, percepire e rapportarsi all’ambiente e a se stessi, che si manifesta nei più svariati contesti sociali e/o personali e si dimostrano stabili nel
tempo. Tra le più valide scientificamente c’è la teoria dei tratti di
Allport. Allport raccolse un enorme numero di termini per descrivere la personalità , per poi rendersi conto che la descrizione in
media comprendeva sette tratti. Secondo lo psicologo al’interno dei suddetti tratti
se ne distinguono 3 fondamentali:
1 - Tratti cardinali: essi rappresentano le motivazioni e le passioni, sono innati e geneticamente determinati.
2 - Tratti centrali: essi si riferiscono alle disposizioni, come ad esempio la socievolezza, che hanno un’influenza pervasiva e costante sul comportamento.
3 - Tratti secondari: essi riguardano gli aspetti circoscritti del comportamento
dell’individuo, come ad esepmio, preferire un cibo rispetto ad un altro e sono influenzati dall’ambiente circostante.
Per esplorare la personalità sono presenti in letteratura molti test proiettivi.
Uno dei più famosi è il test di Szondi, noto anche come “analisi del destino umano”. Questo test venne ideato nel 1935 con lo scopo di ottenere informazioni sui tratti di personalità più
profondi dell’essere umano.
Alla base di
questo test c’è l’idea che molte
delle scelte che compiamo nella vita sono associate a determinati meccanismi repressi. In altre parole ci sono determinate dimensioni che scegliamo di nascondere nella nostra infanzia. Da questo
è facile dedurre che il test si basa sulla Teoria dell’Inconscio di
Freud.
Ma in cosa consiste il test di Szondi?
Questo test ha come strumento di diagnosi la fotografia. Durante la somministrazione del test i pazienti devono scegliere un volto in base alle domande poste. Sono presenti 48
figure ciascuna organizzata in 6 serie costituite a loro volta da otto persone ciascuna. Inoltre, tutte le fotografie ritraggono persone
affette da disturbi mentali.
Szondi partiva
dall’idea che ogni paziente avrebbe scelto l’immagine i
cui tratti facciali facevano pensare a un disturbo o a un problema simile al
proprio. Vale a dire, gli impulsi repressi sarebbero riaffiorati mediante una
scelta determinata da ogni domanda posta dallo psicologo. In base a ciò, si ipotizza che ogni paziente avrà una reazione
di fronte alle caratteristiche in comune con
l’immagine.
Leopold Szondi cercava una terza via che fosse a metà tra il pensiero di Freud e quello di Jung. Mentre il
primo si concentrava sull’inconscio individuale e il secondo su quello
collettivo, Szondi offrì una via alternativa: ovverosia l’inconscio familiare. La teoria dell'autore era fondata su alcuni assunti di base:
- i geni dei nostri antenati permangono nel nostro inconscio determinando le nostre scelte di vita;
- tale legame ci porta spesso a sperimentare un costante senso di infelicità e persino ad ereditare alcuni disturbi, impulsi e istinti;
- la connessione con il nostro inconscio familiare, può portare alla luce limitazioni mentali che spesso ci ostacolano e di lavorare su di esse per trasformarle e liberarcene una volta per tutte.
L'utilità di questo test sta nel portare alla luce i lati più profondi e talvolta nascosti della nostra personalità con l'obiettivo di smussare tratti disfunzionali che non ci permettono di vivere in maniera sana preservando il proprio benessere psico-fisico.
Dott. Ricci