01 febbraio 2022

RESILIENZA

Questo termine ultimamente è diventato molto noto, soprattutto con l'arrivo della pandemia. Talvolta viene usato a sproposito e questo genera confusione. Vediamo insieme a cosa ci si riferisce quando si parla di resilienza. 

Cosa si intende con il termine resilienza

La resilienza si riferisce alla capacità degli individui di far fronte alle situazioni avverse e allo stress. Fin qui tutto chiaro. Ma ciò che fa la differenza è la capacità di uscire rafforzati e potenziati dalle situazioni avverse nocivamente stressanti. Questo permette una configurazione di nuove possibilità di evoluzione e di adattamento che tendono al cambiamento positivo per le nostre vite e alla promozione del benessere psico-fisico. 

Imparare ad essere resilienti ci fornisce la possibilità di ricostruire il nostro progetto di vita. Questo evidenzia la natura dinamica dell'essere resilienti. Una dinamicità positiva rispetto agli eventi potenzialmente distruttivi che potrebbero verificarsi nel corso del tempo. Tuttavia, l'essere resilienti non rappresenta una tratto stabile. Non sempre siamo resilienti. Una situazione potrebbe essere troppo stressante ed impedirci di esserlo, mentre un'altra potrebbe esserlo lievemente e consentirci di rigenerarci velocemente ed efficacemente. 

Quali sono le regioni cerebrali implicate nella resilienza

Le regioni del cervello coinvolte in questa capacità sono: la regione pre-frontale sinistra, l'ippocampo, l'amigdala.  

Si può diventare più resilienti? 

La risposta a questa domanda è assolutamente affermativa. E questo è dimostrato dalle neuroscienze grazie al concetto della neuroplasticità. 

Gli aspetti fondamentali che accomunano le persone più resilienti e che quindi è bene potenziare per migliorare e massimizzare la capacità di riprendersi e riorganizzarsi in seguito a un evento stressante sono: 

- Il locus of control: che costituisce la credenza secondo cui possiamo avere un controllo sugli eventi che ci troviamo a vivere quotidianamente. Ciò ci permette di avere maggiore fiducia in noi stessi ed aumenta la nostra autostima. 

- L'autoefficacia: si riferisce alla consapevolezza che abbiamo di noi stessi di saper essere in grado di fare qualcosa.

- La flessibilità mentale.

- La predisposizione al cambiamento positivo: capacità di sperimentare il cambiamento vivendolo serenamente. 

- Praticare la Mindfulness: è scientificamente provato che anche 10 minuti al giorno ci permettono di aumentare la nostra resilienza.

- Trasformare le proprie debolezze in punti di forza: allenarsi per trasformare un problema in risorsa, una carenza in un pregio. Usando la metafora della farfalla che è sinonimo di trasformazione, spesso è necessario cambiare per poter affrontare un evento potenzialmente stressante. Ricorda che anche un bruco alla fine si evolve trasformandosi un una magnifica farfalla! Il bruco non deve pensare di essere una farfalla e la farfalla non deve rimpiangere il bruco che era. Bisogna vivere il momento presente con consapevolezza di noi e delle nostre reali capacità al fine di migliorare al massimo la nostra esistenza. E' bene ricordare che, anche se è necessario cambiare è fondamentale conservare la propria essenza senza smarrire la propria identità. 

Essere resilienti vuol dire avere e/o coltivare le risorse e le capacità che abbiamo per far fronte in maniera costruttiva agli eventi e non farci travolgere dagli stessi. 


Dott. Pierluigi Ricci - Psicologo

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