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07 febbraio 2022

Training Autogeno

Cos'è il Training Autogeno

Il Training Autogeno è una tecnica di rilassamento ideata da Schultz. Questa tecnica si configura attraverso una serie di esercizi di concentrazione che permettono di focalizzarci su diverse parti del corpo con l'obiettivo di raggiungere uno stato di rilassamento generale a livello psico-fisico. Il principio su cui si basa tale tecnica è il seguente: "Più il tuo corpo si rilassa, più la tua mente si distende, rilassandosi anch'essa". 

Tale tecnica può essere utilizzata in ambito preventivo ma anche per curare molti problemi psicologici come ansia, stress, aggressività, disturbi del sonno, disturbi alimentari, dipendenze, fobie, disturbi sessuali e disturbi psicosomatici. E' fortemente sconsigliata in caso di  psicosi e problemi cardiaci. 

Attraverso l'esercizio costante e metodico del Training Autogeno è possibile sciogliere i "nodi" della nostra vita raggiungendo uno stato di rilassamento assoluto che ci consenta di vivere in equilibrio psico-fisico. Concretamente consiste nella somministrazione di visualizzazioni guidate che sono in grado di indurre sensazioni positive e sulla contrazione/decontrazione di vari distretti corporei come ad esempio: braccia, gambe, testa, mani e piedi. 

Secondo Schultz le funzioni di questa tecnica consentono appunto di ristabilire l'equilibrio di quelle funzioni che sono alterate a causa di fattori stressanti andando a modificare quelle situazioni che sono psico-patologiche mediante un meccanismo di decondizionamento. In questo modo è possibile raggiungere, con il lavoro congiunto terapeuta-soggetto, uno stato di benessere psico-fisico generalizzato.

Training-autogeno-rilassamento-neuropsicobenessere

Un principio fondamentale della tecnica è quello di ideoplasia, ovvero la capacità della mente di produrre delle modificazioni corporee attraverso visualizzazioni guidate. Quindi, le immagini mentali prodotte dalle visualizzazioni guidate hanno la capacità di produrre delle modificazioni neuronali che corrispondono al distretto corporeo che si sta esercitando, ad esempio, le braccia. In virtù di questo concetto, le immagini mentali che configurano degli stati di calma inducono realmente degli stati di rilassamento sia fisico, a livello del corpo, sia mentale. 

Le condizioni per svolgere il Training Autogeno sono fondamentali per il corretto raggiungimento dello "stato di calma": 

1- ambiente silenzioso e con una luce non eccessivamente forte; 

2- indossare vestiti abbastanza comodi; 

3- posizioni: seduta, supina o posizione "del cocchiere" (seduti leggermente accasciati, piegando leggermente la schiena in avanti). 

Gli esercizi proposti da Schultz sono ben strutturati e devono necessariamente essere svolti in sequenza. Vediamo insieme i 6 esercizi base del Training Autogeno

1- Esercizio della pesantezza: consiste nel concentrarsi su un arto (braccio destro), immaginando che sia molto pesante ("il mio braccio destro è pesante"), successivamente si estende tale sensazione di pesantezza all'altro braccio fino ad estenderla in tutto il corpo in maniera progressiva. L'obiettivo è quello di distendere tutta la muscolatura volontaria dissolvendo cosi' tutte le tensioni fisiche e mentali. 

2- Esercizio del calore: questo esercizio consiste nell'immaginare che un arto, ad esempio una gamba, diventi progressivamente sempre più caldo, successivamente si passa all'altra gamba fino ad estendere la sensazione di calore in tutto il corpo. Attraverso questo esercizio si verifica una vasodilatazione periferica che aumenta l'afflusso di sangue e permette la dissoluzione progressiva della tensione. 

3- Esercizio del cuore: il principio alla base di questo esercizio consiste nel ripetere più volte "il mio battito cardiaco è regolare". In questo modo l'attività cardiaca verrà regolarizzata sperimentando una sensazione di calma. 

4- Esercizio della respirazione: anche in questo caso bisogna ripetere più volte la frase "il mio respiro è regolare". In questo modo è possibile regolarizzare consapevolmente la nostra respirazione inducendo uno stato di calma e rilassamento. 

5- Esercizio del plesso solare: lo scopo di questo quinto esercizio è quello di aumentare la vasodilatazione addominale ripetendo più volte la frase "il mio plesso solare è gradevolmente caldo" inducendo una sensazione di calma. 

6- Esercizio della fronte fresca: il principio è lo stesso, ossia ripetere più volte la frase "la mia fronte è fresca". Al contrario dei precedenti esercizi qui l'obiettivo è produrre una vasocostrizione. Le sensazioni che è possibile sperimentare sono calma e pace ritrovata. 

Fondamentale è la pratica guidata di questi esercizi di base proposti da Schultz, il cui scopo è quello di eliminare progressivamente le tensioni dei muscoli, dei vasi sanguigni, del cuore, dell'addome, del capo e della respirazione. 

Eliminando le tensioni corporee si dissolveranno anche le tensioni mentali! 

Concludendo possiamo dire che, i benefici del Training Autogeno sono: rapido e profondo recupero delle energie, profondo rilassamento psico-fisico,  introspezione, superamento di differenti situazioni difficili, miglioramento della concentrazione, attenzione e memoria e autocontrollo attraverso l'ascolto del proprio corpo che riflette le nostre emozioni e il nostro stato emotivo.  


Dott. Pierluigi Ricci - Psicologo 


01 febbraio 2022

RESILIENZA

Questo termine ultimamente è diventato molto noto, soprattutto con l'arrivo della pandemia. Talvolta viene usato a sproposito e questo genera confusione. Vediamo insieme a cosa ci si riferisce quando si parla di resilienza. 

Cosa si intende con il termine resilienza

La resilienza si riferisce alla capacità degli individui di far fronte alle situazioni avverse e allo stress. Fin qui tutto chiaro. Ma ciò che fa la differenza è la capacità di uscire rafforzati e potenziati dalle situazioni avverse nocivamente stressanti. Questo permette una configurazione di nuove possibilità di evoluzione e di adattamento che tendono al cambiamento positivo per le nostre vite e alla promozione del benessere psico-fisico. 

Imparare ad essere resilienti ci fornisce la possibilità di ricostruire il nostro progetto di vita. Questo evidenzia la natura dinamica dell'essere resilienti. Una dinamicità positiva rispetto agli eventi potenzialmente distruttivi che potrebbero verificarsi nel corso del tempo. Tuttavia, l'essere resilienti non rappresenta una tratto stabile. Non sempre siamo resilienti. Una situazione potrebbe essere troppo stressante ed impedirci di esserlo, mentre un'altra potrebbe esserlo lievemente e consentirci di rigenerarci velocemente ed efficacemente. 

Quali sono le regioni cerebrali implicate nella resilienza

Le regioni del cervello coinvolte in questa capacità sono: la regione pre-frontale sinistra, l'ippocampo, l'amigdala.  

Si può diventare più resilienti? 

La risposta a questa domanda è assolutamente affermativa. E questo è dimostrato dalle neuroscienze grazie al concetto della neuroplasticità. 

Gli aspetti fondamentali che accomunano le persone più resilienti e che quindi è bene potenziare per migliorare e massimizzare la capacità di riprendersi e riorganizzarsi in seguito a un evento stressante sono: 

- Il locus of control: che costituisce la credenza secondo cui possiamo avere un controllo sugli eventi che ci troviamo a vivere quotidianamente. Ciò ci permette di avere maggiore fiducia in noi stessi ed aumenta la nostra autostima. 

- L'autoefficacia: si riferisce alla consapevolezza che abbiamo di noi stessi di saper essere in grado di fare qualcosa.

- La flessibilità mentale.

- La predisposizione al cambiamento positivo: capacità di sperimentare il cambiamento vivendolo serenamente. 

- Praticare la Mindfulness: è scientificamente provato che anche 10 minuti al giorno ci permettono di aumentare la nostra resilienza.

- Trasformare le proprie debolezze in punti di forza: allenarsi per trasformare un problema in risorsa, una carenza in un pregio. Usando la metafora della farfalla che è sinonimo di trasformazione, spesso è necessario cambiare per poter affrontare un evento potenzialmente stressante. Ricorda che anche un bruco alla fine si evolve trasformandosi un una magnifica farfalla! Il bruco non deve pensare di essere una farfalla e la farfalla non deve rimpiangere il bruco che era. Bisogna vivere il momento presente con consapevolezza di noi e delle nostre reali capacità al fine di migliorare al massimo la nostra esistenza. E' bene ricordare che, anche se è necessario cambiare è fondamentale conservare la propria essenza senza smarrire la propria identità. 

Essere resilienti vuol dire avere e/o coltivare le risorse e le capacità che abbiamo per far fronte in maniera costruttiva agli eventi e non farci travolgere dagli stessi. 


Dott. Pierluigi Ricci - Psicologo

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