20 settembre 2024

Alzheimer: killer silenzioso del millennio

Oggi sono molte le patologie neurologiche che influenzano lo stile di vita e ciò che fa la differenza rimane la prevenzione. L'Alzheimer rappresenta sicuramente la patologia neurodegenerativa maggiormente diffusa che danneggia il cervello e porta ad un declino progressivo delle funzioni cognitive. Questo declino non è pericoloso solo per le persone anziane in quanto può cominciare in fasi di età più precoci e manifestarsi infine nella terza età. Il primo campanello d'allarme è sicuramente il declino lento ma progressivo della memoria a breve termine ovvero la capacità di ricordare fatti recenti conversando la capacità di rievocare eventi passati. Successivamente vengono colpite altre funzioni cognitive come il linguaggio, il pensiero, la pianificazione, deficit di orientamento nello spazio e nel tempo, deficit di concentrazione, la presa di decisione e la risoluzione di problemi, cambiamenti di umore e personalità e alterazioni comportamentali. 

Alzheimer - NeuroPsicologia Torino

Principalmente la demenza si divide in tre fasi: fasi primordiali, in cui si verifica una lieve compromissione delle funzioni cognitive; fasi intermedie, in cui vi è il peggioramento dei sintomi iniziali con l'aggiunta di stati confusionali e disequilibrio emotivo e infine, nelle fasi avanzate della patologia si ha la perdita totale o quasi delle funzioni cognitive e del controllo motorio. 

Il cervello è ricco di vasi sanguigni che pompano sangue ad ogni battito cardiaco e generalmente riceve un'enorme quantità di sangue e può arrivare ad utilizzare fino al 50% di energia ed ossigeno quando pensiamo intensamente. Le funzioni cerebrali vengono eseguite da singole cellule nervose chiamate neuroni e nel cervello adulto sono presenti circa 100 miliardi di queste cellule e oltre 100 miliardi di connessioni dei segnali cerebrali. Questi generano ricordi, pensieri ed emozioni. Nell'Alzheimer i neuroni vengono distrutti dalla progressione della patologia che causa la morte dei neuroni e la perdita di tessuto cerebrale. Con la progressione patologica la corteccia cerebrale si restringe mentre i ventricoli si ingrandiscono influenzando tutte le funzioni cognitive. 

La terapia psicologia è fondamentale per rallentare il declino cognitivo e preservare per un tempo più lungo le funzioni cerebrali. Molto utile si è rivelata la Validation Therapy, ossia un approccio relazionale che ha l'obiettivo di ridurre lo stress e sostenere la dignità della persona che si trova a dover affrontare questa patologia. L'idea di base si pone dalla possibilità di mantenere un contatto con la persona con demenza, dando risalto all'empatia. Poi ci sono terapie psicologiche sensoriali e multi sensoriali che consistono in differenti tecniche per stimolare i sensi e ridurre l'agitazione psicomotiria. Utile si è dimostrata anche la Doll Therapy, che consiste nell'utilizzo di bambole che hanno particolari caratteristiche con lo scopo di favorire l'accudimento attivo da parte della persona con demenza. Molti studi hanno evidenziato come tale terapia possa ridurre i sintomi cognitivi, comportamentali ed emotivi favorendo l'aumento del benessere generale.  

Non esistono cure, pertanto sono importanti le terapie psicologiche e la prevenzione per rallentare la progressione della patologia. 

Dott. Pierluigi Ricci - Psicologo/Neuropsicologo 

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