11 febbraio 2024

Carnevale: significato psicologico

Il periodo del Carnevale rappresenta un tempo senza confini dato che la sua ritualità ci mostra l'alternarsi nella vita di fasi di equilibrio e disequilibrio. Questo periodo infatti sancisce il passaggio dai freddi giorni invernali alla spensieratezza primaverile. Metaforicamente parlando, il passaggio dalla tempesta alla quiete. La ritualità del Carnevale trasmette un messaggio di speranza che suona un pò come "ci saranno sempre nuovi inverni, ma ci saranno sicuramente anche nuove primavere, nuovi inizi. 

Psicologicamente parlando, Jung indica questo periodo come il rappresentante dell'insieme di tutte le nostre maschere, ovvero tutto ciò che vogliamo mostrare al mondo esterno, l'io cosciente e quindi solo ciò che rappresentiamo solo in parte. Rappresenta le zone d'ombra dell'Io dato che ognuno di noi nasconde le parti più profonde del Sé. Idee, temi e concetti rimossi ma che tendono ad affiorare nei momenti meno opportuni della vita ostacolando il raggiungimento di fondamentali bisogni tipici dello sviluppo di un individuo. 


La maschera rappresenta l'evasione dalla routine, dagli schemi prestabiliti e la proiezione dei sogni e dei sentimenti nascosti. Attraverso il costume e quindi la maschera, possiamo impersonare un ideale. Possiamo trasformarci in un personaggio delle fiabe, in un pirata, in un cattivo ma anche in un eroe. 

Detto ciò, è sempre la "persona", la parte più evidente dell'io ad essere centrale in questo contesto festivo e liberativo. La "persona" costituisce solo una parte del Sé che è quella più visibile ma che non rappresenta in toto il nostro Sé. Quando ci identifichiamo con una maschera, si può cadere nell'errore di nascondersi dietro il concetto di "persona". Ci si convince e si convince gli altri di essere solo quello che si mostra con la maschera. Questo ci fa rimanere ingabbiati e non permette la conoscenza del vero Io, di ciò che siamo realmente.

Il periodo del Carnevale può essere un modo per rimettersi in gioco nella scoperta di un mondo interiore sconosciuto. La maschera rappresenta ciò che l'individuo è realmente ma che davanti a tutti vuole o deve dissimulare.   

Dott. Pierluigi Ricci - Psicologo 

16 gennaio 2024

Disturbo narcisistico di personalità

I narcisisti fanno molta fatica a riconoscere i bisogni ed i sentimenti degli altri e sono carenti di empatia. 


Ma come nasce questo disturbo?

Le persone affette da Disturbo Narcisistico di Personalità rimangono incatenate in uno stadio di perenne dipendenza dalle risposte degli altri nel tentativo di mantenere nel tempo un sé unitario. Centrale è il luogo di apprendimento, quello in cui vengono apprese le modalità di relazione con gli altri e con il mondo. 

Secondo il DSA-5 chi ha questo disturbo presenta una sintomatologia complessa. 

- Sentimenti di smisurata grandezza

- Richiede smisurata ammirazione da parte degli altri

- Sfrutta gli altri per i suoi scopi

- Prova invidia per tutto e per tutti

- Ha una atteggiamento arrogante

- Crede che le emozioni e le necessità degli altri siano prive di valore

- Sentimenti di fascino, bellezza, potere e amore

Le persone che vivono questo disturbo si trovano su una sorta di montagna russa sentimentale tra l'alternarsi di sentimenti di felicità ed euforia ad altri di profonda tristezza e depressione. Secondo il DSM infatti, la depressione che vivono questi individui è da ricercarsi nella falla che vi è nella percezione della differenza tra ciò che è stato idealizzato e la realtà. Questo disturbo presenta un quadro complessa in quanto chi lo sperimenta spesso non ne ha consapevolezza e non comprende gli effetti catastrofici che il suo comportamento ha sugli altri. Per tale motivo arrivano in terapia solo perché si sentono molto depressi.

Detto ciò, è utile fare una distinzione con un narcisismo sano, ovvero quello che Kernberg ritiene sia basato sull'investimento su di sé che può essere oggettivato sulle aspirazioni e sulle critiche che ciascuno rivolge al proprio sé. 

Dott. Pierluigi Ricci - Psicologo

04 gennaio 2024

Comunicazione Aumentativa Alternativa

La Comunicazione Aumentativa Alternativa CAA indica quell'insieme di tecniche e strumenti tecnologici che facilitano la comunicazione negli individui che presentano difficoltà nell'utilizzo del canale comunicativo convenzionale, il linguaggio verbale e/o scritto. L'aggettivo "aumentativa" indica che la modalità di comunicazione utilizzata ha l'obiettivo di accrescere la comunicazione naturale e non a sostituirla o inibirla. Il termine "Alternativa" invece, sta ad indicare che la essa utilizza una modalità comunicativa appunto alternativa rispetto al linguaggio naturale. 


Si può dire che la CAA sostiene la comprensione, il pensiero e la relazione tra chi comunica il messaggio e chi lo riceve. Ragion per cui, l'obiettivo di ogni intervento deve essere l'espansione delle capacità di comunicazione.

La Comunicazione Aumentativa Alternativa rappresenta una branca della Psicologia Clinica che si pone l'obiettivo di compensare la disabilità temporanea o permanente di tutti quegli individui che hanno un disturbo del linguaggio sia espressivo che ricettivo, attraverso il potenziamento delle abilità residue, la valorizzazione delle modalità comunicative naturali e l'uso di modalità alternative speciali. 

Per ciò che concerne l'importanza delle strategie di Comunicazione Aumentativa Alternativa esse sono indispensabili ad esempio per la ricerca di modalità comunicative funzionali per l'espressione del Si e del No o per il consolidamento di gesti personali simbolici che non possono essere compresi da nessuno tranne che dai Caregiver (coloro che si prendono cura). A questo punto, è evidente come l'identificazione di un sistema comunicativo preesistente sia utile per costruire nuove competenze comunicative a partire da abilità residue. Inoltre, in fase di valutazione pre-intervento possono essere effettuate delle prove attraverso l'uso di differenti ausili per la comunicazione appartenenti alla categoria delle Tecnologie Assistive che hanno lo scopo di migliorare la possibilità di comunicazione in coloro che non possono più farlo tramite il linguaggio naturale. Per riuscirci, la priorità è la valutazione dei bisogni e degli ambienti di vita. 

Un esempio di ausilio è noto come VOCA (Vocal Output Communication Aids) dotato di un'uscita in voce e di semplice utilizzo. Questo ausilio supporta la comunicazione e favorisce le interazioni sociali, rendendole altamente motivanti, frequenti e prolungate. Può essere utilizzato da individui che hanno capacità motorie, cognitive e linguistiche limitate.

La Comunicazione Aumentativa Alternativa non si costituisce dall'esercizio. La base di questo approccio è da ricercarsi nell'offerta di reali esperienze comunicative a coloro che non possono utilizzare il linguaggio naturale per comunicare. Una strategia utile a ciò, può essere la proposta di fare scelte di stimoli differenti in situazioni di vita reale. La scelta fornisce l'opportunità di interagire con l'ambiente e di formarsi un'identità. Per questo motivo, il fondamentale ruolo delle opportunità viene riconosciuto nel normale sviluppo della comunicazione naturale. 

Dr. Pierluigi Ricci - Psicologo     


15 dicembre 2023

Natale - Christmas Blues o Felicità?

Il periodo delle festività natalizie viene generalmente immaginato come uno dei più felici dell'anno. Ci sono le luci, le decorazioni, la pausa lavorativa e scolastica, le cene con gli amici e la famiglia, i regali, l'albero e tante altre cose. 


Alcune volte però, ciò che si vive è molto diverso. Lo stress della ricerca dei regali con la domanda se è solo un qualcosa di tradizionale e a volte senza significato oppure se rappresenta l'affetto per le persone care. Lo stress dell'aumento del carico lavorativo di questo periodo. I pranzi e le cene con amici e parenti visti solo alle feste comandate con il dubbio sull'autenticità di quelle relazioni. Il disagio di essere circondati da persone felici e piene di gioia con la possibilità di ingigantire i sentimenti di profonda solitudine. 

Tutto ciò conduce spesso a frustrazione, malinconia, angoscia e tristezza. Questo è in chiaro contrasto con un periodo di festa che, viene solitamente dipinto come intriso di magia e amore proveniente dai nostri cari ma che, al contrario viene vissuto come un periodo esclusivamente stressante. Questi sentimenti possono amplificarsi portando anche ad uno stato depressivo legato al periodo natalizio, noto come Christmas Blues. 

Ora la domanda sorge spontanea. Perché festeggiare annualmente una festa che in alcuni genera soltanto angoscia e tristezza creando momenti negativi in chi non si ritrova nello stereotipo di famiglia felice? 

Il periodo natalizio rappresenta per la comunità un insieme di gesti o rituali comportamentali carichi di un significato che va oltre il semplice significato economico, religioso o spirituale.

Ecco i più importanti. 

- Celebrare il cambiamento e la trasformazione inserendolo nella trama della propria storia di vita.

- Identità e senso di appartenenza. I rituali rafforzano il senso di appartenenza familiare e sociale, il sentirsi parte di un tutto, forti ed uniti e definiscono un'identità attraverso legami e relazioni durature. 

- Senso di continuità: i rituali sono da sempre presenti nelle nostre vite infondendo un profondo senso di sicurezza salvaguardandoci dalla caoticità del tempo. 

Il significato più profondo del periodo natalizio rappresenta una possibilità di guardare alle relazioni importanti e genuine, sentirsi parte integrante di un tutto e ricordarsi che non siamo mai soli nell'affrontare la vita. In definitiva, questo vissuto genera un senso di gratitudine e benessere psicologico in quanto risponde al bisogno cardine della vita, ovvero il bisogno di appartenenza, fondamentale come la fame. 

Dr. Pierluigi Ricci - Psicologo


04 novembre 2023

Relazioni che fanno soffrire: come sopravvivere?

Ognuno di noi ha sentito parlare almeno una volta nella vita di amore malato o relazioni tossiche che generano sofferenza. Queste riguardano i legami interpersonali che hanno connotazioni disfunzionali. Per legame disfunzionale si intende un qualcosa di inadeguato al contesto in cui si verifica, che è controproducente per sé e per il perseguimento di uno scopo universale, ovvero il mantenimento del proprio benessere psico-fisico.

Non è raro che coloro che si trovano incatenati in una relazione tossica e disfunzionale sperimentino sentimenti altamente ambivalenti. Da un lato nutrono un forte attaccamento nei confronti del partner, ma dall'altro lo disprezzano per il modo in cui si comporta e per come li fa sentire.

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In generale, ogni tipo di relazione, che sia amicizia, rapporto genitori-figli o amore, ha un fattore comune. Ovvero il cambiamento. Tutti i legami funzionali si trasformano nel corso del tempo, mutano in base alla crescita e all'evoluzione di prospettive diverse degli attori della relazione. Al contrario, le relazioni disfunzionali, quelle che fanno male, seguono degli schemi fissi che si susseguono in maniera ciclica tanto da entrare in circoli viziosi che alimentano la sofferenza. 

Le fasi della relazione disfunzionale sono le seguenti: 

- accumulo reattivo di tensione; 

- episodi esplosivi per scaricare la tensione; 

- riconciliazione; 

- calma apparente; 

- nuovo accumulo reattivo di tensione; 

- nuovi episodi per scaricare la tensione sull'altro; 

- nuova riconciliazione; 

- calma apparente. 

Questa fase ciclica disfunzionale più durare anche per diversi anni.

Cosa fare?  

Quando una relazione non funziona più e ci rende infelici vuol dire che è arrivato il momento di dire basta e di mettere un punto definitivo alla sofferenza. 

Da un recente studio è emerso che le persone estremamente ferite dalla sofferenza di una relazione tossica possono scaturire delle condizioni psichiche disfunzionali come la bassa autostima, il rifiuto, la perdita, sentimenti di rabbia, fallimento e abbandono. 

Ma come nascono le relazioni disfunzionali? 

Il motivo fondamentale che spinge al ricercare una "soluzione" usata per uscire da periodi di solitudine e vulnerabilità è la mancanza d amore per sé stessi. Questa "soluzione" si basa sulla ricerca della sicurezza, della comprensione, della stima e dell'amore nella relazione con l'altro da sé. Spesso, anche senza rendercene conto, affidiamo la nostra felicità nelle mani dell'altra persona creando così legami disfunzionali, ricercando all'esterno tutto ciò che in realtà potremmo trovare dentro di noi.

Uscire da una relazione tossica senza generare dolore, in entrambe le parti coinvolte, è praticamente impossibile. Tuttavia, esistono delle strategie per evitare che l'incendio si propaghi e spegnere le fiamme della sofferenza. 

Un passo fondamentale per sopravvivere alla rottura è accettare i motivi per cui questa è avvenuta. Di fondamentale importanza è l'ammissione e il riconoscimento che comunque, nonostante le circostanze, si sono passati piacevoli momenti insieme che meritano di essere ricordati evitando il fenomeno oggi denominato ghosting. Tale fenomeno si riferisce proprio al darsi alla fuga, sparire come un fantasma, senza farsi più né vedere né sentire nel tentativo di non dover sperimentare il dolore della separazione. 

Terminare la relazione disfunzionale nel momento in cui si sà che non può più andare avanti è necessario per entrambe le parti. Rimandare l'inevitabile, cercando scuse e compromessi non farà altro che peggiorare ulteriormente la situazione alimentando la sofferenza.


Dott. Pierluigi Ricci - Psicologo


23 settembre 2023

"Gli uomini sono dei in Crisalide"

 "Gli uomini sono dei in Crisalibe" cit. Dale Carnegie

(Invito a riflettere su questa bellissima affermazione, secondo me molto emblematica)

Con questa frase l'autore esplicita il potenziale dell'immaginazione creativa e dell'atteggiamento mentale utile ad accrescere il benessere psicologico delle persone. Oltre a ciò è sicuramente un punto nodale per riflettere. 

Ma definiamo prima cosa si intende per immaginazione creativa. Essa consiste nella generazione di idee, è una rappresentazione consapevole di ciò che non è immediatamente presente ai nostri sensi. Molti autori nel passato si sono soffermati sullo studio di questa abilità e ciò ha consentito di evidenziare come essa sia la leva che aziona il motore della vita e ci porta avanti come specie. 

A questo punto, a voi la riflessione!

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Dopo tutto come sosteneva anche Einstein "L'immaginazione è più importante della conoscenza. La conoscenza è limitata, l'immaginazione racchiude il mondo". Per questa ragione, allenarsi e svilupparla apre la mente a molteplici percorsi di risoluzione dei problemi e ci consente di sviluppare il potenziale interiore. 

Ora voglio proporvi un esercizio che mi è capitato di sperimentare, sia su me stesso che sugli altri e che ho trovato molto utile per il potenziamento della potenza mentale ed interiore. Gli effetti dell'immaginazione creativa costituiscono uno strumento che guida verso il successo nelle aree di vita principali nonché nelle attività introspettive. 

Esercizio di immaginazione creativa - La Crisalide

Immagina un bruco.

Puoi osservarlo mentre striscia sull'albero sul quale vive.

Attaccandosi a un ramo dell'albero, il bruco comincia a formare un bozzolo. 

Gradualmente si avviluppa di fili d'oro fino a che non è completamente nascosto. 

Osserva il bozzolo. 

Ora immagina di trovarti al suo interno. 

Sei circondato dalla sofficità della seta...riposi nel calore dell'oscurità. 

Sei solo vagamente cosciente, cosicchè non ti rendi conto chiaramente di ciò che sta capitando, ma in questa quiete apparente senti che è all'opera un'intelligenza misteriosa. 

Finalmente il bozzolo si apre e attraverso uno spiraglio penetra un raggio di luce. 

Non appena te ne senti toccato provi un improvviso aumento di vitalità e ti rendi conto che puoi disfarti del bozzolo. 

Scopri che col bozzolo puoi disfarti anche dei tuoi sostegni e delle tue difese interiori. 

Ora sei più libero di quanto mai tu abbia desiderato di essere. 

Immagina ora di essere una farfalla variopinta. 

Ben presto ti rendi conto che i tuoi confini si sono immensamente allargati e che ora puoi volare. 

Ti trovi in una dimensione completamente nuova di colori, suoni, di spazio aperto. 

Hai il mondo davanti. 

Mentre voli ti senti sostenuto dall'aria e immagini di planare piacevolmente e poi di volare nuovamente verso l'alto. 

Sotto di te puoi vedere un immenso prato pieno di fiori di ogni varietà e colore. 

Ti posi su un fiore, poi su un altro, poi su un altro ancora. 

Percepisci ogni fiore come un essere diverso, con il suo colore e il suo profumo e la sua atmosfera caratteristica. 

Prendi un pò di tempo per percepire i vari aspetti della tua libertà e leggerezza. 

Dott. Pierluigi Ricci - Psicologo


04 settembre 2023

L'energia della mente è l'essenza della vita

Nella vita di ognuno di noi spesso ci sono momenti in cui ci sentiamo completamente scarichi, come se la potenza emotiva che alimenta la psiche fosse ormai esaurita. Tutto questo può essere il risultato di periodi di stress intensi, problematiche serie o aderenza alla routine eccessiva ci appiattisce emotivamente. Proprio in questi periodi si annidano la spossatezza, l'esaurimento, la disperazione, la noia e astenia. Ma se facciamo attenzione alla nostra mente e ai segnali che ci manda possiamo evitare di raggiungere il punto di rottura. 


Esistono differenti tipi di energia che alimentano la potenza emotiva e che è necessario mantenere a livelli adeguatamente alti per garantire l'equilibrio psicofisico. 

Primo tipo di energia emotiva: la potenza emotiva è vita ed è la vita della nostra psiche. Quando ci sentiamo felici, sentiamo anche di poter conquistare il mondo e affrontare i problemi a muso duro. Al contrario, quando siamo tristi ci sentiamo paralizzati e avvertiamo qualsiasi cosa come un ostacolo. Una frase che amo molto e che esprime la potenza emotiva è la seguente: 

"Trova un posto dentro di te dove ci sia gioia e questa gioia brucerà il dolore" (J. Campbell).

Coltivando emozioni positive attraverso la pianificazione di attività gratificanti, che ci fanno sentire bene e realizzati possiamo dare carica positiva alla potenza emotiva e ripristinare l'equilibrio. Il combattimento contro le emozioni negative o spiacevoli non serve a nulla se non ha perdere energie positive preziose. Invece, imparare ad accettare le emozioni negative e lasciarle andare sarà utile a dargli un senso. Molti studi, infatti dimostrano che conoscere le emozioni ne mitigherà l'impatto negativo sulle nostre vite. 

Secondo tipo di energia emotiva: come affermò B. Franklin "L'energia della mente è l'essenza della vita". La vita mentale e quindi i nostri pensieri non sono gratuiti, ma essi consumano preziose energie. Studi presenti in letteratura scientifica dimostrano che la preoccupazione consuma energia tanto quanto lo svolgimento di due compiti contemporaneamente. Nonostante questo dato così estremamente importante, di rado notiamo come i pensieri, le preoccupazioni, le emozioni negative e le idee catastrofiche sottraggono così tanta energia. Quindi, è estremamente vitale concentrare le proprie risorse ed energie mentali su un solo compito alla volta e alternare periodi di lavoro e periodi di riposo evitando di raggiungere il punto di rottura e quindi la paralisi mentale. 

Terzo tipo di energia emotiva: l'energia spirituale (il senso della vita, l'allineamento di ciò che sei con ciò che fai) ci dà una fortissima spinta all'azione, attiva il desiderio, alimenta la speranza e l'entusiasmo di andare avanti e perseguire i propri sogni. Il senso della vita e dei propri valori alimentano la potenza emotiva. 

Una frase per farvi riflettere! "La tragedia dell'uomo moderno non è che egli sa sempre meno sul senso della propria vita, ma piuttosto che se ne preoccupa sempre di meno" (Havel). 

Trovare la propria strada non sempre è facile e richiede l'impiego di molte energie, soprattutto quelle emotive. Fondamentale è trovare la propria essenza ed esprimila. 

Quindi, trova chi sei e dagli spazio! 

Dr. Pierluigi Ricci - Psicologo

Alzheimer: killer silenzioso del millennio

Oggi sono molte le patologie neurologiche che influenzano lo stile di vita e ciò che fa la differenza rimane la prevenzione. L'Alzheimer...