26 gennaio 2022

I Sogni

Cosa sono i sogni? 

I sogni sono attività psichica che si verifica durante le fasi più profonde del sonno, le fasi REM, che normalmente hanno luogo circa 60 minuti dopo che ci siamo addormentati. Un sogno può contenere immagini, suoni, visioni, pensieri ed emozioni che possono essere comprensibili o meno chiari. Tutte le componenti di un sogno hanno a che fare con la nostra mente e costituiscono pezzi di puzzle indispensabili che vanno a formare un desiderio. 

Secondo Freud i sogni sono immagini che noi mandiamo a noi stessi. In pratica, i sogni sono la via diretta per il nostro inconscio che Freud ha definito "il luogo del rimosso".  I sogni funzionano per simboli, ci comunicano un contenuto psichico rimosso ed originano da un desiderio inconscio. In questo modo, ci portano un messaggio che possiamo decifrare interpretando il contenuto onirico. A cosa serve interpretare un sogno? Interpretando un sogno possiamo essere in grado di dargli un significato e capire il messaggio nascosto che si cela dietro il nostro sogno. 

A cosa serve un sogno? Qual è la sua funzione psicologica? 

Il contenuto del sogno che abbiamo fatto può far emergere un problema che ci affligge liberando quegli impulsi che, durante la giornata abbiamo dovuto reprimere. Attraverso il sogno entriamo in contatto con il nostro inconscio. Ci sono molte teorie sui sogni, quella più nota è sicuramente la teoria freudiana. Secondo Freud, attraverso i sogni formuliamo e manifestiamo dei desideri che quando siamo svegli non avremo mai il coraggio di esprimere consapevolmente per renderli reali. Ne "L'interpretazione dei sogni" Freud distingue due tipologie di contenuti: i contenuti manifesti e i contenuti latenti. I primi, sono i contenuti di cui facciamo esperienza per tutta la durata del sogno, mentre i secondi, incarnano il vero significato psicologico. Studi recenti sostengono che il vero significato onirico sia da ricercare all'interno del contenuto manifesto. Tuttavia, è bene considerare ogni aspetto di un sogno affinché sia possibile fornire una rappresentazione più completa e di maggior significato. Quindi, l'interpretazione di un sogno serve a svelare i misteri dei nostri desideri più profondi e a capire meglio noi stessi. 

Sogni ricorrenti? 

Se sogniamo può volte lo stesso contenuto molto probabilmente il nostro inconscio ci sta spingendo ad affrontare un problema che di solito tendiamo a respingere o ignorare. Come sostiene Tina Goodin "Il sogno ricorrente simboleggia un'urgenza, invitandoci a lavorare sul sogno stesso per comprenderla". Le attività psichiche che si verificano nel sogno sono il prodotto dei nostri desideri inconsci più nascosti. 

Il desiderio umano di sapere cosa accade realmente nella nostra testa e che potrebbe esserci qualcosa che "scalcia" per raggiungere la superficie è davvero affascinante e trainante. Quindi, perché ignorare i nostri sogni? La cosa migliore che possiamo fare è prendere coscienza del nostro mondo onirico e trasformare in realtà il significato sia latente sia manifesto di ciò che sogniamo. Ne trarremo sicuramente beneficio attraverso l'aiuto di un bravo psicologo che mediante il racconto del nostro sogno saprà aiutarci ad entrare in connessione con il mondo onirico e svelare il messaggio che l'inconscio sta tentando di mandarci.  

Vediamo insieme alcuni simboli che spesso ricorrono nei nostri sogni. 

- Sognare di volare: simboleggia il desiderio di libertà, il volersi liberare da un peso che danneggia il nostro animo 

- Sognare l'acqua o il mare: sognare l'elemento acqua possiede molteplici significati, ma tutto dipende dal come si sogna lo stato dell'acqua. Calma, agitata, limpida, sporca. Può simboleggiare un cambiamento interiore, il vedersi sotto una nuova luce, il voler ricominciare

- Sognare una scatola: rappresenta il soffocamento delle emozioni e dei sentimenti 

- Sognare la luna: simboleggia la parte più celata del nostro animo, quella più introspettiva che ci spinge a credere nelle nostre sensazioni 

- Sognare una strada: rappresenta il nostro percorso di vita e alle decisione che ci hanno condotto in quel preciso istante della nostra esistenza 

I sogni sono essenziali per la salute del nostro cervello ed interpretarli ci aiuta a migliorare il nostro benessere psico-fisico. 

Dott. Pierluigi Ricci - Psicologo

22 gennaio 2022

Relazioni Tossiche

Le relazioni fanno parte della nostra vita, possono darci supporto nei momenti difficili oppure renderci la vita un vero e proprio inferno. Perciò è la qualità delle nostre relazioni che fa la differenza. Circondarci di persone positive che ci aiutino a migliorare la nostra vita ci permetterà di vivere meglio ed esprimere noi stessi al massimo delle nostre potenzialità. Al contrario, ci sono persone che ci porteranno solo problemi facendoci sentire sempre sotto pressione giudicando negativamente ogni cosa che facciamo o diciamo come se fossimo davanti ad giudice in tribunale. 

Ma cos'è una relazione tossica? Chi è la persona tossica? 

Una persona tossica è quella persona che mette in atto dei comportamenti che sono negativi e debilitanti per noi, come ad esempio, demoralizzandoci, criticandoci e togliendoci la nostra autostima e alla fine potrebbero anche contagiarci negativamente debilitando il nostro benessere psico-fisico. Sono persone che prosciugano la nostra energia vitale e il nostro entusiasmo facendoci cadere nel baratro della rabbia, dell'ansia e della sofferenza. Purtroppo gli studi scientifici hanno dimostrato che oggi ci troviamo a vivere in una società che è ormai colma di un livello molto elevato di tossicità. 

Quali sono le persone tossiche? 

- L'eternamente arrabbiato: qualsiasi cosa lo fa scattare; si arrabbia per ogni cosa, anche per le piccolezze incolpando chi in realtà non ha nulla a che fare con la sua rabbia. E' capace di distruggere ogni relazione a causa della sua rabbia incontrollabile. 

- Il criticone: un subdolo manipolatore che critica tutto e tutti con critiche non costruttive che provocheranno danni irreparabili e profondi al povero malcapitato che "il criticone" ha deciso di prendere di mira. 

- L'egocentrico: vede tutto dal proprio punto di vista ponendo se stesso al centro del mondo. Gli altri non esistono e l'egocentrico non farà altro che sminuirle di continuo nel tentativo di aumentare il proprio valore. 

- La vittima: quella persona che assume costantemente un atteggiamento da vittima degli eventi avversi del destino. Questo è un atteggiamento che, oltre a distruggere la persona stessa che lo mette in pratica, distrugge anche chi si trova a contatto con "il vittimista" ostacolando ogni tipo di trasformazione positiva. 

- Gli "ultimatumisti": le persone che danno ultimatum sono quelle che attuano una forma subdola di manipolazione sugli altri, arrivando a far dubitare gli altri di se stessi, soffocandoli e privandoli della loro volontà. 

- Gli eccessivamente gelosi: persone che pensano ad una potenziale situazione di gelosia e la incorporano alla realtà della propria relazione senza alcun fondamento reale. Quindi, si ha la creazione di false credenze e false realtà che possono essere estremamente deleterie a causa dell'attuazione di comportamenti maniacalmente possessivi.   

Non dobbiamo assolutamente permettere a quelle persone tossiche, che annebbiamo la nostra mente e ci catapultano nella loro trappola mortale di entrare nelle nostre vite. La cosa migliore da fare, quando possibile, è allontanarci da esse. "Più ti allontani da ciò che avvelena la tua anima più starai meglio". 

Un aspetto pratico molto importante da riconoscere! 

Il ricatto emotivo: in questo caso il carnefice farà sempre il modo che la sua vittima si trovi a sperimentare un senso di colpa esagerato per ogni cosa che fa o che dice. Questo instaurerà un'atmosfera di continuo terrore per cui la vittima, per compiacenza, sarà sempre accondiscendente, a volte inconsciamente, con il suo carnefice che tiene sotto scacco la sua vittima minacciandola di abbandonarla. Ciò renderà la vita della vittima impossibile a causa della stretta delle catene che il carnefice ha creato attorno alla sua vita. E' evidente come sia fondamentale riconoscere il problema prendendo coscienza del fatto che è ora di darci un taglio!

Imparare a riconoscere e gestire relazioni e persone tossiche è necessario per noi, per il nostro benessere psico-fisico. Non dobbiamo diventare schiavi delle persone tossiche e farci trascinare nelle loro negatività. Le persone tossiche non cambieranno mai, sarà solo tempo perso. Ascoltare noi stessi, come ci sentiamo, cosa proviamo quando siamo con queste persone ci aprirà gli occhi sulla realtà, permettendoci di prendere contatto con le nostre emozioni e con il nostro io più profondo. Le persone tossiche sono più concentrate ad abbattere gli altri piuttosto che costruire se stesse e risolvere i loro problemi. Allontanarle definitivamente dalla nostra vita sarà un investimento positivo e necessario per ritrovare la felicità e la propria indipendenza. La nostra mente ce ne sarà grata! ✌ 


Dott. Pierluigi Ricci - Psicologo

 

19 gennaio 2022

EMOZIONI

Le Neuroscienze Cognitive hanno ampiamente confermato che la prima risposta ad uno stimolo di qualsiasi genere è quella di tipo emotivo. Quando un input giunge ai nostri sensi viene trasmesso al cervello facendo da innesco per il nostro comportamento. 

Ma che cosa sono le Emozioni? Come funzionano? Quali sono le basi neurali di un'emozione? 

Come sosteneva Goleman: "L'emotività irrompe come un trigger". Ciò significa che le emozioni vengono prima di ogni cosa e la nostra mente emotiva è molto più rapida rispetto alla nostra mente cognitiva. Infatti, molto spesso prendiamo le decisioni, anche su questioni importanti, sulla base delle nostre emozioni. Ma questo ha anche i suoi vantaggi, come ad esempio quello di farci risparmiare tempo ed energia rendendoci più pronti ed efficienti nel compiere un'azione. 

Le Emozioni possono essere definite come uno stato psicologico molto articolato costituito da una miscela di 3 elementi differenti quali: l'elemento cognitivo, la risposta fisiologica e quella comportamentale. Questi elementi sono fondamentali e sono strettamente interconnessi tra di loro a livello funzionale. L'elemento cognitivo è deputato alla valutazione dello stimolo, dandogli un nome. La risposta fisiologica serve a preparare l'organismo per fronteggiare la situazione, mentre la risposta comportamentale porta all'azione. Quest'ultima costituisce una delle funzioni fondamentali delle emozioni, ovvero produrre un'azione. In questo senso le emozioni sono molto importanti, in quanto, la loro funzione principale è adattiva. Infatti, indipendentemente dal tipo di valenza edonica, ovvero dal grado positivo o negativo dell'emozione che stiamo provando in un determinato momento della nostra vita, esse sono senza dubbio utili e possono favorire anche delle nuove opportunità preparandoci ad agire nelle situazioni importanti generando gioia e felicità. 

Capire le nostre emozioni e quelle degli altri è fondamentale per vivere al meglio, esprimere le nostre potenzialità, essere più stabili e soprattutto più felici. Non dobbiamo mai reprimere o respingere le nostre emozioni. Questo ci distruggerebbe ed aumenterebbe il nostro disagio psichico a livelli incontrollabili. 


La struttura cerebrale principale che costituisce la base neurobiologica delle emozioni è senza dubbio l'amigdala (sistema limbico, cervello emozionale), come confermano gli studi neuroscientifici. E' grazie all'amigdala che possiamo ricordarci di momenti emotivamente difficili o traumatici, in quanto essa è implicata anche nella formazione di ricordi di matrice emozionale. Senza questa struttura essenziale non impareremmo nulla dalla vita! Essa è situata nella parte più profonda del lobo temporale e si attiva all'arrivo di un input emozionale. Successivamente vengono inviati input verso il talamo (cervello razionale) che elabora lo stimolo emotivo fornendogli una valenza e una definizione razionale. 

Paul Eckman distinse le emozioni in primarie (universali) e secondarie (soggettive). Le prime, sono la gioia/felicità, la tristezza, la rabbia, la paura, il disgusto e la sorpresa. Le seconde, si riferiscono alle emozioni sociali come ad esempio la vergogna, l'orgoglio, l'imbarazzo e la timidezza. 

Le emozioni che proviamo non sono sono nella nostra psiche, ma esse si riflettono anche sul nostro corpo e in aree specifiche sulla base delle emozione che stiamo vivendo. Gli studiosi dell'Università finlandese di Aalto hanno sviluppato uno studio che mostra il legame psico-biologico delle emozioni, a dimostrazione del fatto che, ancora una volta, mente e corpo sono indissolubilmente collegati che agiscono insieme per guidarci all'azione. 


NeuroPsicoBenessere-Emozioni-Psicologia

E' veramente sorprendente vedere come tutti siamo accomunati da una "Mappa delle Emozioni" universale. A prescindere dalla cultura a cui apparteniamo, siamo in grado di provare le stesse emozioni, ma ciò che ci rende unici è il modo in cui le esprimiamo e attraverso cui utilizziamo le emozioni per comportarci ed agire nelle differenti situazioni che viviamo nella nostra vita. Nella "Mappa delle Emozioni" possiamo osservare che emozioni a valenza positiva come ad esempio l'amore e la felicità attivano la maggior parte di aree corporee, innalzando il nostro stato di benessere. Al contrario, vediamo come le emozioni a valenza negativa come la tristezza e la depressione disattivano gran parte delle nostre aree corporee, destabilizzando il nostro benessere psico-fisico. Ciò è molto pericoloso, in quanto ci indebolisce sia mentalmente sia fisicamente danneggiando anche il nostro sistema immunitario predisponendoci maggiormente alla malattia. 

Le nostre emozioni ci arricchiscono, implementano le nostre capacità di affrontare la vita allontanandoci dalle cose pericolose e avvicinandoci alle risorse fondamentali per la nostra sopravvivenza. Conoscerle ed esprimerle è essenziale per migliorare il nostro benessere psico-fisico.  

"Il tuo intelletto può essere confuso, ma le tue emozioni non ti mentono mai" Roger Ebert 


Dott. Pierluigi Ricci - Psicologo 


17 gennaio 2022

Esaurimento Emotivo

Senza dubbio la pandemia ha messo a dura prova il benessere emotivo di noi tutti. Infatti, basta guardare tutte le iniziative promosse per tutelare il benessere psicologico di tutta la popolazione per renderci conto di quanto la salute mentale sia fondamentale per far fronte alle difficoltà e allo stress della vita di tutti i giorni. 
Quante volte ci siamo detti: "Non ce la faccio più!"o "Sono proprio al limite!"? Questo potrebbe essere il segnale che il tuo cervello è in sovraccarico e che probabilmente stai sperimentando un Esaurimento Emotivo. 
Se è da molto che stiamo sperimentando questo stato di malessere nell'affrontare la vita quotidiana e abbiamo la sensazione di fare sempre uno sforzo maggiore, molto probabilmente ci troviamo di fronte ad una condizione di Esaurimento Emotivo. Ma cosa si intende con questo? Scopriamo insieme a cosa si fa riferimento e quali sono le strategie per poter fronteggiare una situazione problematica di questo tipo. 
L'Esaurimento Emotivo indica quello stato in cui ci sentiamo completamente "cotti" e svuotati emotivamente a causa dello stress che sperimentiamo nella vita quotidiana, sia in ambito personale e sentimentale sia in quello lavorativo. Questo può succedere a chiunque e si ha la sensazione di non avere più il controllo sulla propria vita e su ciò che succede arrivando allo stremo delle nostre forze psico-fisiche. Si verifica un accumulo insano di stress, derivante dai problemi irrisolti della nostra vita fino a quando nel nostro animo si verifica un vero e proprio squarcio a causa del carico eccessivo di tutto quello che abbiamo dentro. 
Tutto ciò indica una sofferenza psicologica, ma l'Esaurimento Emotivo comporta anche la sfera fisica, bloccandoci nella sofferenza e impedendoci di raggiungere la felicità e il benessere che avevamo prima di sperimentare questo stato di disagio. 
Quali sono i sintomi dell'Esaurimento Emotivo? 
- Irritabilità: qualsiasi cosa ci dà fastidio, ci irrita e viene meno la nostra capacità di autocontrollo ("Scattiamo" come una molla al minimo "attrito") 
- Difficoltà di memoria: è difficoltoso ricordare anche cose più semplici 
- Insonnia: è quasi impossibile trovare uno stato di calma per addormentarsi a causa del penso dei nostri pensieri che ci travolge 
- Stanchezza fisica: abbiamo difficoltà ad alzarci dal letto pensando sempre che tutto ciò che avremo da fare sarà difficile 
- Assenza di motivazione: non c'è niente che ci motivi ad andare avanti (nessun desiderio di miglioramento) 
- Repressione ed appiattimento emotivo 
- Senso di inadeguatezza
- Difficoltà di pensiero e di concentrazione: i nostri processi di pensiero sono seriamente rallentati a causa della stanchezza 
Come abbiamo detto, in sintesi, il malessere non si manifesta solo a livello psicologico, ma può essere sperimentato anche a livello fisico. Nella sfera psicologica possiamo sperimentare: ansia, rabbia, irritabilità, apatia, senso di terrore, cinismo e depressione. Mentre nella sfera fisica è possibile sperimentare: stanchezza persistente, insonnia, mal di testa, tachicardia, perdita o aumento di appetito.  
Ma cosa possiamo fare prima che si arrivi al "punto di non ritorno" e il nostro animo venga dilaniato? Vediamo alcuni dei consigli più utili per far fronte all'Esaurimento Emotivo. 
La prima cosa necessaria da fare è pensare a noi stessi, al nostro bene. Mettere in pratica un "sano egoismo" mettendoci in contatto con noi stessi e capire cosa è meglio per noi in quel momento, cosa può aiutarci a tornare in uno stato di benessere psicologico. E' fondamentale ascoltarsi. Dobbiamo stabilire chiaramente quali sono i nostri limiti e fin dove possiamo spingerci senza andare oltre quelle che sono le nostre reali possibilità. Un'altra cosa molto utile per evitare l'Esaurimento Emotivo è quella di evitare di fare troppe cose insieme (avete presente la faccenda del multitasking? Vi posso assicurare che è una bufala, non funziona, almeno per noi esseri umani!) E' fondamentale non obbligare il nostro cervello e il nostro corpo a rendere sempre al massimo. Dobbiamo concederci dei momenti "no" in cui dobbiamo accettare di non farcela senza pensare che siamo noi ad essere inadeguati. L'Esaurimento Emotivo deriva proprio dall'essere troppo forti per un tempo prolungato. Non dobbiamo fare i supereroi! Ammettere che non riusciamo a fronteggiare un problema da soli è un atto di coraggio! Chiedere aiuto a uno psicologo potrebbe darvi una mano concreta per uscire da questa situazione di disagio che potrebbe durare anche diversi mesi. Quindi, è utile non arrabbiarsi con noi stessi nel momento in cui non abbiamo la forma psico-fisica "perfetta" in quel dato momento della nostra vita. Un consiglio fondamentale è quello di esprimere le nostre emozioni, sempre, senza farci trascinare da esse. Il non esprimerle farebbe solo da innesco per un disagio più invalidante peggiorando la sensazione di "non farcela più". Infine, una costante pratica della Mindfulness è utile nell'affrontare l'Esaurimento Emotivo, infatti come sosteneva Goleman: "L'auto-consapevolezza emotiva è la base dell'intelligenza emotiva. Significa essere in grado di scrollarsi di dosso il cattivo umore". 

Dott. Pierluigi Ricci - Psicologo

12 gennaio 2022

MINDFULNESS

Nella società odierna, siamo altamente stressati, sempre di corsa, spesso attanagliati dall'ansia e dalle preoccupazioni della nostra vita. Sempre più spesso ci troviamo a vivere nelle nostalgie dei momenti ormai passati o, all'opposto, nelle preoccupazioni del futuro. Questo genera ansia,  malessere e depressione. Viene prodotto il cortisolo, l'ormone dello stress, che alla lunga danneggia tutto il nostro sistema nervoso. Si generano quindi dei comportamenti disfunzionali che influenzano negativamente la nostra personalità configurando dei comportamenti automatici. Il cosiddetto "pilota automatico di noi stessi"! 

In pratica non viviamo mai il momento presente! Ci limitiamo semplicemente ad "esistere" piuttosto che ad "essere". 

Un concetto molto importante da ricordare è quello di neuroplasticita', in quanto la parte che più verrà utilizzata del cervello sarà quella che abbiamo allenato di più. La neuroplasticita', fa riferimento appunto ai cambiamenti che avvengono nel nostro cervello in seguito ai nostri comportamenti. Quindi,  come accade per la struttura corporea (fisica), anche la struttura cerebrale (mentale) subisce dei cambiamenti e delle trasformazioni sulla base dei comportamenti che adottiamo. Infatti, tutte le volte che compiamo un'azione si creano delle nuove connessioni neurali che diventano sempre più forti ogni volta che le ripetiamo. Le connessioni che utilizziamo di più diventano più forti nel tempo trasformandosi in tratti di personalità che, talvolta, possono sopraffarci. 

Ma come possiamo allenare il nostro cervello e la nostra mente per concentrarci sul momento presente? 

Una tecnica che negli ultimi anni sta ricevendo consensi anche a livello scientifico è quella della Mindfulness. Mindfulness deriva da mind-full, significa "avere il focus sulla consapevolezza del momento presente". Tale pratica è stata ideata da Jon Kabat-Zin e si basa su sessioni di meditazione costituite da esercizi specifici. Attraverso di essa abbiamo la possibilità di tornare ad uno stato di benessere in tempo minore. Allenando la nostra concentrazione e la nostra attenzione possiamo tornare ad essere sperimentando il benessere psico-fisico attraverso l'uso attento di tutti i sensi. Uno dei principi cardine della Mindfulness è la capacità di non giudizio. Capacità che ci permette di osservare tutto ciò che ci succede senza giudizio. Tutti possono praticare la Mindfulness, ma essa richiede tempo, energia, intenzione, sforzo e volontà. 

Da ricordare è un concetto molto importante. Solo vivendo il momento presente, il qui ed ora, siamo in grado di esprimere il nostro massimo potenziale per affrontare le sfide che la vita ci pone davanti.  

Ma quali sono i benefici della Mindfulness? 

- Diminuzione dello stress, dell'ansia e della depressione 

- Miglioramento della salute globale (bio-psico-sociale) 

- Miglioramento della funzionalità del sistema immunitario 

- Aumenta l'attivazione delle regioni cerebrali correlate alle emozioni positive 

- Aumenta i livelli di autostima

- Aumenta lo spessore della corteccia pre-frontale 

- Migliora la qualità del sonno 

- Migliora le abilità cognitive 

- Migliori la consapevolezza di noi stessi  

- Rallenta l'invecchiamento 

- Aiuta a combattere il dolore e l'obesità 

La Mindfulness va' al di là delle pseudoscienze. Infatti, è scientificamente validata e i benefici che derivano dalla pratica costante posso essere visibili già dalle prime settimane. 

Se cambiamo il nostro cervello cambiamo noi stessi! "La misura dell'intelligenza è data dalla capacità di cambiare se stessi quando è necessario".  Albert Einstein

Dott. Pierluigi Ricci - Psicologo



10 gennaio 2022

IPNOSI

Tra le tecniche di rilassamento che negli ultimi anni hanno riscontrato un maggiore interesse troviamo sicuramente l'ipnosi. Ma cos'è l'ipnosi? È magia? Assolutamente no! 

La tecnica dell'ipnosi si caratterizza come una modificazione dello stato di coscienza del soggetto (persona) che ha l'obiettivo di renderlo il più ricettivo possibile. Questa tecnica è utile nella gestione delle emozioni negative, dell'ansia, degli attacchi di panico, delle dipendenze e della depressione. 

Ma chi sono i veri e propri padri dell'ipnosi? 

L'origine di questa tecnica si deve a Mesmer, che tuttavia non coniò ancora il termine ipnosi. Infatti, furono Braid, Erickson ed Elman, con i loro studi a dare vita a questa tecnica teorico-pratica assolutamente rivoluzionaria. 

Qui vediamo insieme la tecnica ipnotica di Erickson. 

È grazie ad Erickson (anni '60) che l'ipnosi è diventata una tecnica scientifica a tutti gli effetti. Egli conduceva colloqui con i soggetti utilizzando un linguaggio squisitamente metaforico e poetico. 

La logica alla base di tale tecnica terapeutica di rilassamento consiste nell'idea che il soggetto possiede egli stesso, nel suo inconscio, le risorse necessarie per fronteggiare una determinata problematica. Quindi, il soggetto stesso diventa un attore attivo della situazione. Non vi è più la sola autorevolezza del terapeuta a guidare la suggestione ipnotica.  

Adesso vi starete chiedendo: "ma quindi cosa fa l'ipnosi?" Ricordate le risorse nascoste nell'inconscio della persona di cui abbiamo parlato sopra? 

L'ipnosi agisce sul potenziale nascosto di queste risorse che sono incatenate nell'inconscio della persona, estraendole e portandole nella realtà. Ciò permetterà sia al terapeuta che al soggetto di lavorare insieme proattivamente su di esse. Sarà così che si potrà dare loro un nuovo significato, rendendo funzionale ciò che prima risultava disfunzionale. 

Come dimostrano gli studi in letteratura scientifica, questa tecnica funziona grazie al legame empatico che si viene ad instaurare tra il terapeuta e il soggetto. Ciò permette la co-costruzione di un legame intimo e unico che prende vita grazie al lavoro congiunto sia del terapeuta che del soggetto, che come abbiamo detto prima diventa attore attivo della seduta ipnotica. Insieme al terapeuta, il soggetto può ridurre i suoi blocchi mentali e aumentare il suo benessere psico-fisico-emozionale. 

L'obiettivo dell'ipnosi ericksoniana è quello di andare ad esplorare il vissuto e le abilità mentali del soggetto aiutandolo a fronteggiare e risolvere i problemi sia psicosomatici che psicologici che scaturiscono dal disagio delle situazioni stressanti della nostra vita. 

Ho provato questa tecnica su me stesso in ambito formativo al Congresso Internazionale di Ipnosi e sono molto fiero di averlo fatto perché ho scoperto una tecnica veramente formidabile. Mi sono sentito rilassato ed era come se avessi perso la cognizione del tempo (trance) che mi ha fatto dimenticare tutte le preoccupazioni che affliggevano il mio animo in quel momento.  

Dott. Pierluigi Ricci - Psicologo 


08 gennaio 2022

Nutrizione e Cervello

Quanto e cosa sappiamo sui benefici della nutrizione sul nostro cervello? 

Per permettere un funzionamento adeguato delle funzioni cerebrali, come ad esempio aumentare le capacità di memoria, di concentrazione e di attenzione è opportuno prestare la giusta attenzione alla nostra nutrizione, quindi a cosa introduciamo nel nostro organismo per potenziare il nostro cervello, proteggerlo dall'invecchiamento e dalle malattie neurodegenerative. Molteplici studi in letteratura scientifica (campione di 4000 soggetti) hanno dimostrato la connessione che vi è tra il cervello e l'intestino, che si caratterizza come il nostro secondo cervello. Per esempio, pensate solo a quante volte, dopo aver vissuto un momento stressante, vi sentite come se aveste mangiato letteralmente un cinghiale intero o aveste ricevuto un pungo nello stomaco. O ancora, dopo aver mangiato qualcosa di cui in un momento particolare della vita il vostro organismo non riesce a tollerare. Questi sono solo alcuni degli esempi che mostrano l'indissolubile legame esistente tra il cervello e l'intestino, facendo emergere l'importanza di seguire una dieta sana che possa apportare benefici di cui sia il nostro cervello che il nostro intestino ci saranno molto grati! 

Oggi introdurremo alcune delle spezie che possono preservare la salute del nostro cervello e proteggerlo dall'invecchiamento e dalle malattie neurodegenerative come ad esempio l'Alzheimer. 

La prima spezia è sicuramente la cannella, la quale stimola le funzioni cognitive. Infatti, essa migliora repentinamente le capacità attentive, le capacità di memoria, concentrazione ed è utile anche nelle funzioni di riconoscimento degli oggetti. 

La seconda spezia, è la curcuma. Essa contiene la curcumina che è un potente antiossidante e protegge il nostro cervello dalle malattie neurodegenerative. Inoltre, è anche un potentissimo anti cancro. 

La terza spezia, è il pepe nero che contrasta i principi infiammatori e aumenta l'acetilcolima, un neurotrasmettitore fondamentale del nostro sistema nervoso essendo un mediatore eccitatorio.

La quarta spezia è lo zafferano, che producendo serotonina aiuta a combattere gli stati depressivi, migliora le capacità di memoria e concentrazione. Inoltre, sono state dimostrate anche le sue capacità come antiossidante. 

La quinta spezia, è lo zenzero che produce un incremento dei livelli di serotonina, il cosiddetto ormone della felicità. Protegge il cervello dallo stress ossidativo, migliora le capacità di memoria e concentrazione.

Ecco quelle che sono le spezie che possono aiutare a mantenere il cervello in buona salute. Utilizzarle costantemente, senza esagerare, può apportare magnifici benefici e aumentare positivamente i livelli del nostro umore nei momenti più stressanti della vita che, senza dubbio, apportano un carico eccessivo sul nostro sistema nervoso causando dei danni che, talvolta, possono essere anche irreparabili. Ecco perché risulta fondamentale applicare questi accorgimenti nutritivi per preservare la nostra salute cerebrale. 

Dott. Pierluigi Ricci - Psicologo

Alzheimer: killer silenzioso del millennio

Oggi sono molte le patologie neurologiche che influenzano lo stile di vita e ciò che fa la differenza rimane la prevenzione. L'Alzheimer...