01 novembre 2022

I pensieri intruisivi - 2 tecniche per liberarsene

Tutti noi nella vita abbiamo sperimentato almeno una volta situazioni o periodi particolarmente sfidanti. Giornate in cui non vediamo l'ora che arrivi la sera per distenderci sul nostro comodo letto, rilassarci ed andare a dormire. Ma è proprio lì, che inizia il problema! La mente inizia a produrre una quantità abnorme delle cose che ci sono capitate nella giornata e delle esperienze vissute. 

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Dal momento che non possiamo controllare ogni cosa, in special modo, le cose che accadono nel mondo esterno, la cosa fondamentale da fare è accettare questa condizione. Questo è il primo passo di un percorso di cambiamento che possa guidarci attivamente nell'affrontare le sfide quotidiane. Il secondo passo fondamentale da compiere, consiste nello sviluppare efficaci capacità e strategie per gestire i pensieri intruisivi e negativi

Ma cosa sono i pensieri intruisivi?

Questi possono essere spiegati attraverso la metafora dello scienziato Marquis. Questa metafora fa riferimento ad una sorta di "ruota del criceto" che si trova all'interno della nostra testa e che si attiva molto intensamente nei periodi particolarmente sfidanti della nostra vita. L'obiettivo di questa "ruota" è istigarci, metterci in dubbio, farci dubitare dei nostri pensieri e delle nostre azioni. Preme sulle nostre insicurezze generando insoddisfazione, infelicità e frustrazione. Favorisce la generazione di stati ansiogeni e ci intrappola in un loop di pensieri negativi. 

Le Neuroscienze hanno dimostrato che, in un solo giorno, la mente è in grado di generare una quantità enorme di pensieri pari a 50.000. Con ciò, ci riferiamo al nostro dialogo interiore, ovverosia il modo in cui la regione cerebrale della neocorteccia comunica costantemente. Tale regione infatti, è responsabile del pensiero razionale e del problem solving.  

Come possiamo liberarci dalle stringenti catene dei pensieri intruisivi e negativi? 

Una delle strategie che possiamo utilizzare per liberarci dalla trappola dei pensieri intruisivi consiste nel modificare il rapporto che che abbiamo con i nostri pensieri. Possiamo agire per sviluppare la capacità innata umana di osservare i pensieri in maniera più distaccata valutandone l'intensità tenendo presenti i nostri valori cardine della nostra vita interiore. 

1 - La tecnica della defusione cognitiva. 

Dal momento che il distacco dai nostri pensieri necessita di molto allenamento, sviluppare un buon "osservatore interiore" si fonda sull'abilità di diventare più consapevoli dei nostri pensieri. Inoltre, possiamo allenarci e mettere in pratica la tecnica della defusione cognitiva. Questa tecnica consiste nel "vedere" un certo pensiero realmente per ciò che è, ovvero un insieme di parole che hanno preso forma nella nostra mente, ma che possono essere vere o assolutamente false. Ciò che fa realmente la differenza, è la quantità di attenzione che decidiamo di dargli, la prospettiva attraverso cui li guardiamo. 

2 - La tecnica del dispunting. 

Un'altra tecnica fondamentale per "correre al riparo" dal pensieri intruisivi e negativi è sicuramente quella del disputing. Tale tecnica consiste nel mettere in discussione tutte quelle credenze che danno vita ai nostri pensieri permettendo la creazione di nuovi schemi mentali più funzionali. Uno dei vantaggi di questa tecnica, oltre al miglioramento della qualità dei pensieri, è l'aumento della propria autostima. 

"Percepire un nuovo aspetto di sé stessi è il primo vero passo verso il cambiamento del concetto di Sè" (Rogers)

Dott. Pierluigi Ricci - Psicologo



23 ottobre 2022

La Personalità - Il test Szondi

Cos'è la Personalità?

Con questo termine che deriva dal latino persona, cioè “maschera”, si indica non tanto l'individuo in quanto portatore di una maschera, quanto l'individuo con tutte le sue più profonde caratteristiche e sfaccettature. Quindi in sostanza facciamo riferimento all’organizzazione interna all’individuo dei sistemi psicologici alla base del suo particolare adattamento all’ambiente ed è determinata da diversi fattori: sentimenti, comportamenti, stile di adattamento alla realtà, fattori temperamentali, di sviluppo, dell’educazione e socioculturali.

In letteratura sono presenti molte teorie della personalità e le più importanti sono quelle dei tratti. Con il termine tratti ci si riferisce al modo di pensare, percepire e rapportarsi all’ambiente e a se stessi, che si manifesta nei più svariati contesti sociali e/o personali e si dimostrano stabili nel tempo. Tra le più valide scientificamente c’è la teoria dei tratti di Allport. Allport raccolse un enorme numero di termini per descrivere la personalità, per poi rendersi conto che la descrizione in media comprendeva sette tratti. Secondo lo psicologo al’interno dei suddetti tratti se ne distinguono 3 fondamentali:

1 - Tratti cardinali: essi rappresentano le motivazioni e le passioni, sono innati e geneticamente determinati.

2 - Tratti centrali: essi si riferiscono alle disposizioni, come ad esempio la socievolezza, che hanno un’influenza pervasiva e costante sul comportamento.

3 - Tratti secondari: essi riguardano gli aspetti circoscritti del comportamento dell’individuo, come ad esepmio, preferire un cibo rispetto ad un altro e sono influenzati dall’ambiente circostante.
Per esplorare la personalità sono presenti in letteratura molti test proiettivi.

Uno dei più famosi è il test di Szondi, noto anche come “analisi del destino umano”. Questo test venne ideato nel 1935 con lo scopo di ottenere informazioni sui tratti di personalità più profondi dell’essere umano.

Alla base di questo test c’è l’idea che molte delle scelte che compiamo nella vita sono associate a determinati meccanismi repressi. In altre parole ci sono determinate dimensioni che scegliamo di nascondere nella nostra infanzia. Da questo è facile dedurre che il test si basa sulla Teoria dell’Inconscio di Freud. 
 
Ma in cosa consiste il test di Szondi?

Questo test ha come strumento di diagnosi la fotografia. Durante la somministrazione del test i pazienti devono scegliere un volto in base alle domande poste. Sono presenti 48 figure ciascuna organizzata in 6 serie costituite a loro volta da otto persone ciascuna. Inoltre, tutte le fotografie ritraggono persone affette da disturbi mentali.

Szondi partiva dall’idea che ogni paziente avrebbe scelto l’immagine i cui tratti facciali facevano pensare a un disturbo o a un problema simile al proprio. Vale a dire, gli impulsi repressi sarebbero riaffiorati mediante una scelta determinata da ogni domanda posta dallo psicologo. In base a ciò, si ipotizza che ogni paziente avrà una reazione di fronte alle caratteristiche in comune con l’immagine. 

Leopold Szondi cercava una terza via che fosse a metà tra il pensiero di Freud e quello di Jung. Mentre il primo si concentrava sull’inconscio individuale e il secondo su quello collettivo, Szondi offrì una via alternativa: ovverosia l’inconscio familiare. La teoria dell'autore era fondata su alcuni assunti di base:

- i geni dei nostri antenati permangono nel nostro inconscio determinando le nostre scelte di vita;

- tale legame ci porta spesso a sperimentare un costante senso di infelicità e persino ad ereditare alcuni disturbi, impulsi e istinti; 

- la connessione con il nostro inconscio familiare, può portare alla luce limitazioni mentali che spesso ci ostacolano e di lavorare su di esse per trasformarle e liberarcene una volta per tutte. 

L'utilità di questo test sta nel portare alla luce i lati più profondi e talvolta nascosti della nostra personalità con l'obiettivo di smussare tratti disfunzionali che non ci permettono di vivere in maniera sana preservando il proprio benessere psico-fisico.

Dott. Ricci

14 ottobre 2022

Esercizi per liberarsi dell'ansia

L'ansia in sé non è nociva, ma è una condizione adattiva dato che ci permette di avere un giusto livello di attivazione con l'ambiente circostante. Tuttavia, l'ansia può diventare deleteria, assorbire tutta la nostra forza vitale tanto da compromettere la qualità della nostra vita. In questo senso l'ansia è malsana per noi e per chi ci circonda. 

Anche se questa condizione non ci riguarda in questo momento, è importante sapere che ognuno di noi può sperimentare questo stato almeno una volta nel corso della vita. 

Per ciò, è di fondamentale importanza sviluppare delle risorse ed attuare delle strategie che permettano di controllare le nostre emozioni ed i nostri pensieri. 

Qui, vedremo insieme alcuni esercizi che possono esserci utili non solo nei momenti in cui veniamo sopraffatti dall'ansia, ma anche nel quotidiano. 

Ma qual è l'obiettivo? 

Semplice! Imparare la giusta tecnica da applicare nel momento giusto! 

1- Rilassamento progressivo di Jacobson: "eliminare la tensione residua è la caratteristica essenziale di questo metodo". Queste sono le parole del padre di questa tecnica. Dal momento che la tensione mentale agisce in maniera diretta sui muscoli, per evitare un sovraccarico, è indispensabile capire quando i muscoli sono tesi e come bisogna fare per eliminare il sovraccarico e rilassarli. 

2 - Rilassamento con visualizzazione: i processi neuropsicologici che sono coinvolti in tale tecnica sono quelli che intervengono nell'intelligenza visiva, ossia quando il cervello attiva e stimola, attraverso una stimolazione immaginativa, le stesse aree cerebrali che si attivano in presenza di stimoli reali, con l'opportunità di abbandonare le tensioni che ci opprimono. La capacità dell'elemento ideativo, del pensiero, è la produzione di "formazioni", ovvero modificazioni psicofisiche e antistress, definita ideoplasia o concentrazione psichica passiva (Lindeman, 2003).  

3 - Training autogeno di Schultz: questa è una metodica che si basa sulla suggestione e quindi sull'indurre delle sensazioni e dei pensieri piacevoli che consentano di rilassarci profondamente. Cambiando atteggiamento è possibile modificare la propria vita con l'aiuto di un professionista. 

4 - Sviluppare la creatività: un ottimo modo per sconfiggere l'ansia e tornare ad avere uno stile di vita sereno è sicuramente sviluppare la creatività. L'arte, non solo rende migliori, ma aiuta anche la nostra mente a rimanere sana. Questo è stato confermato dallo studio di Alton e Barron, creatori dell'opera "The Creativity Cure". Non c'è bisogno di essere grandi artisti dal pennello d'oro! Infatti, ciò che conta non è il risultato, ma il processo creativo, l'entusiasmo e la soddisfazione di riuscire a realizzare qualcosa di nuovo.

5 - Musicoterapia: è scientificamente provato che l'ascolto di suoni naturali, come ad esempio lo scorrere dell'acqua, o il suono che fa la legna quando arde, calma la mente e scioglie le tensioni muscolari, agendo in maniera diretta sugli stati d'animo e sulle emozioni. La musicoterapia riesce a dissolvere l'ansia e lo stress è può essere utilizzata come una valida tecnica per produrre un profondo stato di rilassamento. 

6 - Mindfulness: questa è una tecnica di rilassamento nonché uno stato di coscienza che è in grado di portarci ad uno stile di elaborazione che si traduce nella profonda attenzione verso tutto ciò che ci circonda e tutto ciò che sta accadendo nel qui ed ora. 

7 - Camminare nella natura: la camminata può essere trasformata in una tecnica antistress e anti ansia dal momento che quando camminiamo il nostro organismo produce livelli più elevati di endorfine. Queste sono anche note come ormoni della felicità, promuovono il benessere psico-fisico e aiutano a sviluppare pensieri positivi e quindi aiutano a prevenire l'ansia. Inoltre, la camminata consapevole nella natura favorisce la ri-connessione con le nostre emozioni profonde dissolvendo le tensioni accumulate durante la giornata.  

8 - Respirazione consapevole profonda: può sembrare assurdo, ma la maggior parte di noi non sa come respirare correttamente. Eppure, l'atto della respirazione sembra così banale e naturale. Per questo è importante sapere come controllare correttamente la respirazione. Uno studio recente della Stanford University ha rivelato che il meccanismo che regola la respirazione è racchiuso in un gruppo di neuroni situati nel cervelletto, neuroni che i ricercatori hanno soprannominato "neuroni pranayama". Questi funzionano come una sorta di centralina che rileva il ritmo della respirazione ed hanno un legame molto stretto con il locus coeruleus, ovvero una struttura cerebrale che svolge un ruolo fondamentale nella vigilanza, nella focalizzazione dell'attenzione e nelle risposte allo stress. Controllare la respirazione è quindi fondamentale per prendere coscienza degli stati ansiosi e mettere un punto all'inquietudine ansiogena. 

Gli esercizi per liberarsi dalla trappola dell'ansia sono utili nel momento in cui si avverte si sovraccarico fisico e mentale generato dalla tensione emotiva che interferisce con le attività della vita quotidiana. Le tecniche che abbiamo visto aiutano a gestire i disturbi d'ansia, l'insonnia, i disturbi somatici e psicosomatici, le cefalee, le aritmie e i dolori cronici. 

È importante sottolineare che queste tecniche producono un effetto cognitivo diretto e positivo, in quanto incidono anche sull'autostima e sulla consapevolezza di essere in grado di controllare la propria mente, massimizzando il benessere psico-fisico. 

Dott. Pierluigi Ricci - Psicologo

07 settembre 2022

La rabbia

Cos'è la rabbia? 

La rabbia è un'emozione primaria universale che deriva dall'istinto di difendersi per tutelare la propria sopravvivenza. Quindi, non deve essere necessariamente vista come un'emozione a connotazione negativa dato che essa ha una funzione adattiva. Per tale motivo la rabbia non è di per sé un'emozione negativa. Ciò che è negativo invece è il modo in cui la percepiamo e come ci comportiamo quando ci sentiamo arrabbiati.  

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Come dice Nardone, "la rabbia è come la piena di un fiume: più si cerca di arginarla e più aumenta, fino a rompere gli argini e a travolgere tutto". 

La rabbia dà origine a un flusso energetico molto forte. Non bisogna combattere la rabbia, ma è necessario trovare delle modalità funzionali per gestirla, canalizzarla e trasformarla, volgendo la sua forza a nostro favore. In questo modo possiamo usarla per raggiungere i nostri obiettivi, per affermare il nostro punto di vista e per promuovere i nostri diritti evitando che vengano calpestati. 

Ma come funziona il "cervello arrabbiato"? 

Le Neuroscienze Cognitive evidenziano che un ruolo fondamentale è svolto dall'amigdala, che è una regione cerebrale strettamente connessa con le emozioni negative, l'aggressività e quindi con la rabbia. Insieme all'amigdala, anche la corteccia cingolata anteriore e la corteccia orbitofrontale hanno un ruolo nei comportamenti aggressivi che scaturiscono dalla rabbia e svolgono un ruolo fondamentale nella presa di decisione sulla valutazione delle conseguenze di tali comportamenti. 

Quando la rabbia si impossessa di noi può svilupparsi in due direzioni: o implodere dentro di noi o esplodere verso l'esterno. Entrambe queste direzioni sono estremamente disfunzionali e per questo motivo occorre trovare strategie per gestire questo stato d'animo. 

La rabbia può essere gestita e ora vedremo come. 

- Identificare le cause scatenanti 

- Imparare a riconoscere e conoscere i segnali che precedono lo "scoppio" della rabbia

- Valutare la propria rabbia

- Allontanarsi mentalmente dalla situazione

- Cambiare prospettiva

- Sostituire i comportamenti disfunzionali adottando condotte più funzionali 

- Interrompere il flusso della rabbia 

- Esercizi di respirazione 

Imparare queste tecniche di gestione della rabbia è fondamentale e permette di salvaguardare la salute e il benessere psico-fisico dell'individuo. Non bisogna dimenticare che sperimentare momenti di rabbia o provare uno stato d'animo negativo è fisiologico, ma quando questo stato ci ostacola e diventa cronico tramutandosi nell'emozione dominante che proviamo, allora è il momento di rivolgersi ad un bravo Psicologo. Insieme a lui si avrà la possibilità di riconoscere i segnali e le motivazioni da cui scaturisce la rabbia e imparare come gestirla. 

Dott. Pierluigi Ricci - Psicologo

13 agosto 2022

IL FENOMENO DELLA FARFALLA IN FIAMME

Quando parliamo del fenomeno della farfalla in fiamme, ci stiamo riferendo ad una metafora che ci parla della dipendenza affettiva e di come spesso siamo attratti da ciò che ci ferisce e temiamo ciò che invece può liberarci. 

Spesso nella vita può capitare di dover affrontare situazioni che ci causano notevole disagio e di sentirci completamente incapaci di reagire e liberarci dalle catene di una situazione opprimente. 

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“Psiche”, anima in greco, significa anche “farfalla”. Nasciamo con un bruco di anima, il nostro lavoro è dargli ali e volo.

(Alejandro Jodorowsky)


In riferimento al fenomeno della farfalla in fiamme, la paura più profonda è l'abbandono. Per questa ragione tendiamo a mettere da parte noi stessi incatenandoci in situazioni altamente tossiche. 

Ma andiamo nello specifico! 

Lo Psicologo Solà, parlando del fenomeno della farfalla in fiamme, descrive dei comportamenti serpeggianti che ci portano a ripetere delle situazioni che ci portano al disagio e all'oppressione. Gli studi di Solà evidenziano l'importanza del lavoro interiore per coltivare delle relazioni più sane. 

Perché viene definito proprio fenomeno della farfalla in fiamme? 

Le farfalle sono esseri fortemente attratti dalla luce emessa da una fiamma, ma più si avvicinano, più il loro disagio e la loro sofferenza aumentano. Nonostante ciò, esse non cessano di vedere la fiamma come uno stimolo attraente. 

Ma qual è la conseguenza di questo fenomeno? 

La distruzione dell'autostima è uno dei primi "tessuti" che la fiamma inizia a bruciare causando la perdita del controllo emotivo e del senso della realtà. 

Come fare per non rimanere bruciati e continuare ad essere una farfalla che vola libera nella calma, nella luce e nella tranquillità? 

- L'autostima: riconoscendo il nostro valore interiore diventa più semplice reagire e oltrepassare gli ostacoli della vita. 

- Una visione olistica: assumere una prospettiva chiara della situazione mettendosi anche nei panni dell'altro. 

- Valorizzare la conoscenza di sé: conoscere se stessi sarà fondamentale per cogliere i nostri comportamenti disfunzionali e per capire come mai abbiamo la tentazione di seguirli anche quando ci distruggono. 

- Bandire l'idealizzazione: spesso l'altro viene visto come la personificazione della perfezione. Ma la realtà risulta ben diversa. 

- Alimentare e curare il rapporto con sé stessi.

Riconoscere tale fenomeno ha molteplici vantaggi: 

- Incoraggiare il fluire delle cose, della vita. 

- Ricostruzione della propria emotività. 

- Riconoscimento dei propri ed altrui limiti. 

- Migliorare l'empatia. 

- Liberarsi dei problemi attraverso il perdono di sé stessi. 

- Trovare un senso per la propria vita e il proprio ruolo nel mondo. 

Il fenomeno della farfalla in fiamme è in grado di intrappolarci in un vortice di comportamenti disfunzionali facendoci stagnare in una situazione colma di disagio e sofferenza. La profonda conoscenza di sé, una buona autostima.

Dott. Pierluigi Ricci - Ricci

23 maggio 2022

L'Intelligenza Emotiva

Cosa si intende per Intelligenza Emotiva?

Secondo Goleman, l'Intelligenza Emotiva è la capacità di riconoscere le nostre ed altrui emozioni, di motivare noi stessi e di gestire costruttivamente i nostri sentimenti sia a livello personale sia a livello interpersonale. 

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Possiamo sostenere che, le emozioni sono dei dati preziosissimi che ci guidano verso una visione olistica, più chiara della nostra vita emotiva. 

Che tipo di dati sono? Sono dati basati sulla nostra personale percezione del mondo e del nostro personale essere nel mondo. Nel momento in cui cessiamo di combattere contro le emozioni o di ignorarle, conquistiamo una risorsa dal valore inestimabile. La profonda conoscenza di noi stessi configura l'aprirsi a questi dati e ciò ci consente di utilizzarli per scegliere la strada che vogliamo intraprendere, l'obiettivo che vogliamo raggiungere. 

Quali sono le caratteristiche che una persona dotata di Intelligenza Emotiva deve possedere? Ecco le caratteristiche fondamentali: 

- la consapevolezza di sé: consiste nel conoscere le proprie emozioni ed esprimerle in maniera assertiva aumentando la propria fiducia in se stessi avvicinandosi sempre di più al proprio obiettivo;

- l'empatia: l'abilità di riconoscere le emozioni degli altri e la capacità di assumere la prospettiva emotiva dell'altro; 

- la gestione di sé: la capacità di riuscire a dominare le emozioni forti con l'obiettivo di tradurle in obiettivi concreti e costruttivi; 

-la motivazione: l'attitudine di guidare se stessi verso la realizzazione dei propri obiettivi trasformandosi in artefici del proprio processo di cambiamento positivo; 

- utilizzare le emozioni per pensare più fluidamente; la capacità di pensare più fluidamente e saper risolvere i problemi in situazioni nuove senza tener conto delle informazioni già acquisite dalle esperienze passate; 

- le attitudini sociali: l'attitudine a leggere efficacemente le situazioni sociali in modo da realizzare le interazioni interpersonali con efficacie ed autorevolezza, gestire i conflitti e risolvere le problematiche comunicative all'interno delle relazioni sociali.

Gestire le proprie ed altrui emozioni è fondamentale per raggiungere i grandi obiettivi della vita.

Riconoscere le emozioni non come scissione binaria, ovvero come buone o cattive, ma come fonte di informazione utile al fine di aumentare l'autoconsapevolezza.  

Tutto ciò è meraviglioso vero? Molti pensano che questa abilità sia innata. Ma la buona notizia è che l'intelligenza emotiva può essere acquisita o migliorata. Essa racchiude una rosa di capacità che possono essere esercitate per raggiungere un buon livello di questa meravigliosa abilità. La consapevolezza e la gestione di sè, l'empatia, la motivazione, il pensiero fluido e le attitudini sociali sono tutte abilità che ogni individuo può sviluppare. Ognuna di esse è relata al nostro benessere psicologico! Per questo motivo vanno considerate come risorse per la nostra salute mentale, che possono essere sempre potenziate e migliorate! 


Dott. Pierluigi Ricci - Psicologo

24 aprile 2022

Il Mirror Speaking - L' arte di parlare al contrario

Il Mirror Speaking (Parlare a "specchio") 

Di cosa si tratta? 

Le Neuroscienze Cognitive hanno inizialmente studiato tale fenomeno sulla base di un campione ristretto di soggetti, scoprendo che l'abilità di parlare al contrario è, in realtà, molto più diffusa di quanto si è pensato fino ad oggi. 

Questa abilità si configura attraverso un'innata capacità di pronunciare interi discorsi recitando ogni singola parola alla rovescia. Psicologi e Neuroscienziati hanno scoperto che questa abilità è presente in tutte le popolazioni del mondo. A livello cerebrale è l'emisfero destro ad essere il responsabile della capacità di parlare a specchio. Inoltre, questo emisfero ha un ruolo fondamentale nello sviluppo della creatività. 

Ma come è possibile che esistano persone in grado di parlare alla rovescia in maniera naturale e senza alcuno sforzo? 

Secondo gli Psicologi la risposta è da ricercarsi nell'infanzia. Durante l'infanzia i bambini si divertono molto giocando a pronunciare le parole al contrario ovviamente senza sapere che, oltre ad essere molto divertente, questa abilità prepara il terreno ad una di quelle capacità più avanzate del cervello umano, ovvero il linguaggio. Nello specifico, l'abilità linguistica di pronunciare le parole alla rovescia. Il nostro cervello normalmente percepisce gli stimoli in due modi differenti: l'emisfero cerebrale sinistro percepisce gli stimoli nel verso "convenzionale"; invece, l'emisfero cerebrale destro percepisce gli stimoli al contrario (immagini ribaltate). L'abilità del "parlare a specchio" è possibile grazie alla diminuzione del meccanismo psicologico di soppressione del contrario. Infatti, la letteratura scientifica indica che tutti i mirror speakers mostrano  L'emisfero cerebrale destro è l'area cerebrale nella quale il meccanismo di soppressione di verifica. Per questo motivo, la modalità di espressione dell'attività cerebrale di questo emisfero è ciò che fa la differenza tra mirror speakers e normal speakers. 

Parlare al contrario stimola la creatività, l'intuito, l'elaborazione schematica e permette di possedere una visione d'insieme dell'ambiente circostante. 

Un ottimo esercizio divertente ed utile per imparare a parlare a specchio è il seguente: 

1 - Pensare ad una frase semplice e chiara; 

2- Scriverla; 

3- Leggerla lentamente al contrario; 

4- Impararla a memoria; 

5 - Ripeterla; 

Ripetere la frase fino a quanto la velocità di produzione sarà diventata abbastanza veloce, arrivando a produrre delle frasi sempre più lunghe e complesse. 

Anche se non siete dei mirror speakers naturali, non preoccupatevi! Potete sicuramente cimentarvi a sperimentare questa abilità in maniera divertente. I benefici si vedranno soprattutto in termini di abilità creative. Oltre a ciò, il mirror speaking è fondamentale nello studio delle patologie legate ai sentimenti o alla depressione, ovvero quando le persone percepiscono alla rovescia anche le emozioni positive, volgendole al negativo. In questo senso, l'arte di parlare a specchio può essere uno strumento essenziale per il benessere psicologico. 


Dott.re Ricci



Alzheimer: killer silenzioso del millennio

Oggi sono molte le patologie neurologiche che influenzano lo stile di vita e ciò che fa la differenza rimane la prevenzione. L'Alzheimer...