14 febbraio 2022

Amore e relazioni affettive

Cos'è l'amore? 

A livello biologico è tutta una questione di chimica, mentre a livello psicologico dipende tutto dalla cultura di appartenenza, dal nostro vissuto personale e dall'idea che abbiamo dell'amore. 

La scienza ha dimostrato che l'amore è irrazionale. Ma come lo ha dimostrato? Attraverso l'analisi di molteplici studi di neuroscienze è emerso che la frase "amore cieco" è assolutamente vera ed ha uno suo corrispettivo con l'attività cerebrale che si verifica quando siamo innamorati. Ma andiamo nello specifico. Studiando coppie di innamorati è stato possibile rilevare come dopo aver visto il viso di un partner romantico l'attività cerebrale delle aree frontali subivano una netta diminuzione. Queste aree sono deputate anche alla capacità di giudizio. E' in ciò che si rivela l'illogicità dell'amore, in quanto si rende impossibile riconoscere i difetti dell'altro portandoci ad sorvolare su determinati comportamenti che solitamente non avremmo tollerato. Ragion per cui, nell'innamoramento, le capacità di giudizio risultano enormemente rallentate. Altro aspetto molto importante che riguarda l'innamoramento è una riduzione dell'attività di un'area cerebrale che è implicata anche nell'individuazione degli stimoli minacciosi e delle emozioni negative. Ciò avvalora in maniera ancor più forte la tesi secondo cui l'amore è una questione priva di logica e razionalità, il che non è sempre un bene dal momento che potrebbe esporci al pericolo di non riconoscere una persona che potenzialmente potrebbe farci del male. 

Ma vediamo cosa succede nel nostro cervello quando ci innamoriamo di qualcuno. 

Inizialmente, in special modo nelle prime fasi del corteggiamento, il nostro cervello rilascia elevate quantità del neurotrasmettitore della dopamina, implicato nella gratificazione, nel piacere, nella ricompensa e nella motivazione. Nelle fasi più avanzate dell'innamoramento si ha il rilascio di grandi quantità di noradrenalina e fenitilamina che sono i responsabili dell'euforia e delle "farfalle nello stomaco". Infine, si ha il rilascio di un ormone associato all'amore, ossia l'ossitocina che favorisce la realizzazione e il mantenimento dei legami romantici ed emozionali. Inoltre, l'ossitocina è anche responsabile della sensazione di "prendersi cura" che proviamo per un partner affettivo. 

Passato questo periodo di innamoramento, che può durare tra i 18 e i 30 mesi, il cervello non reagisce più come all'inizio dal momento che si è assuefatto. In questo modo la nostra capacità di giudizio razionale ritornerà a funzionare permettendoci di "vedere" realmente chi abbiamo davanti e scegliere se è la persona giusta per noi oppure no. Alla fine del processo di innamoramento, una volta deciso che il partner è quello giusto il nostro cervello inizierà a produrre endorfine che sono le responsabili dello stato di benessere psico-fisico dell'amore vero e proprio, quello puro, fondato sul rispetto dell'altro, della fiducia e dell'amore incondizionato. 

Secondo Fischer, l'amore è costituito da 3 fasi ben delineate costituite da una sequenza specifica di desiderio-amore romantico-attaccamento: 

Fase 1: desiderio, fase in cui facciamo esperienza del desiderio che ci fa provare interesse per qualcuno; 

Fase 2: amore romantico, fase in cui avviene la "cascata" neurotrasmettotoriale di cui sopra (dopamina, noradrenalina, fenitilamina e ossitocina); 

Fase 3: attaccamento, fase in cui sviluppiamo una voglia di stare sempre vicino al nostro partner e ci sentiamo felici di starci insieme. Questa è la fase in cui si concretizza l'amore vero e proprio. 

Fin qui tutto bello vero? 

Ma l'amore non è sempre tutto rose e fiori. In tal caso, si parla di amore malato e infatti, non è amore se: ci causa dolore e ci fa stare male usandoci solo per riempire un vuoto emotivo; se non ci rispetta e non ci accetta per quello che siamo e come siamo; se cerca di cambiare la nostra essenza o esercita una subdola violenza psicologica su di noi, se ci ricatta emotivamente; se ci fa sentire in colpa costantemente; o se ci fa sentire emotivamente dipendenti. Questo non è vero amore puro, ma è amore patologico. In questo caso è bene chiedere aiuto ad uno psicologo per cambiare il propio stato di sofferenza e ritrovare la felicità. 

Ricordate che l'amore scaturisce da due persone che sono già complete! L'amore non origina da due persone che sono incomplete e che hanno bisogno di completarsi a vicenda. Quante volte abbiamo sentito frasi di questo genere: "Tu mi completi" oppure "Ho bisogno di te per essere completo/a". Nulla di più sbagliato! Questo non è amore, ma è il voler riempire un vuoto, il vuoto emotivo che si trova in se stessi o nel partner romantico.  

Dott. Pierluigi Ricci - Psicologo

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